Belve… un po’ così


locandina dello spettacolo teatrale 'Belve, una farsa'
 

'Belve, una farsa'... Teatro sit-com. Teatro televisivo, vien da dire. Anche un po’ telenovela-grottesca da palcoscenico: un effetto sicuramente voluto. Ma è riuscito?

La trama: una cena surreale, (rimembramenti e stratificazioni – miei, personalissimi - di un po’ Last Supper smitizzata e parodiata, un po’ Cena dei cretini e così via con tutte le associazioni a varie cene culturali) dove si cerca di compiere un assassinio. Poi dietro tra le righe tratta del mondo borghese, potenti e arrampicatori, la società le sue leggi capitalistiche, ipocrisie e scoperchiamenti, uomini come bestie, scogli e cozze aggrappate, eccetera eccetera. Il solito menù, direi.

Il tutto molto grottesco (infatti non uso e non voglio usare la parola comico, non direi neppure ironico perché a mio avviso, semplicemente, non lo è): direi un noir-melò-grottesco, ecco. Il ritmo ha dei tratti vuoti, un po’ lenti, benché si cerchi di dare un andamento altalenante, non credo sia molto riuscito. No, non è incalzante. Mi verrebbe, a chi me lo chiedesse verbalmente, di usare espressioni quali “carino”: il che per uno spettacolo teatrale (al Metastasio) non credo sia purtroppo un complimento.

Però è la verità, non mi ha entusiasmato. E me ne dispiace sempre quando succede, mi spiace perché capisco e conosco quanto lavoro ci sia dietro alla creazione di qualcosa.

Il pubblico ride, a tratti, ma credo perché ormai sia assuefatto da una sorta di abbonamento alla non spontaneità: prima di andare a vedere e godere di uno spettacolo ci si informa troppo, si legge a cosa andremo incontro, cosa troveremo, e cosa (dovremmo) provare, e ciò rovina il gusto, la sorpresa. E ci influenza... Dovremmo andare meno informati e più abbandonati all’inaspettato. Ma questa è sempre una mia personalissima visione e modus operandi.

Devo essere sincera, non mi ha fatto impazzire. É uno spettacolo forse, che avrei visto meglio al Politeama. Non al Met. Ma, questo ovviamente, è il mio personalissimo gusto e parere.

Ma questo, è anche il bello di questa redazione: possiamo esprimerci liberamente e sinceramente, sempre col dovuto rispetto, certo.

 

Eugenia La Vita - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 9/7/2018

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