Qualche annofa, in un noto megastore milanese, c’era una ragazza alla colonnina perl’ascolto dei cd che si stringeva forte dondolandosi mentre ascoltava l’albumdegli Smithsnella sua postazione. Aveva quest’aria sognante, con un mezzosorriso e gli occhi lucidi e mi chiedevo in chissà quale ricordo stessescivolando. Rimasi per un po’ a spiare la scena, perché era impagabile. Quel giorno, proprio quella scena,diventò la mia risposta alla domanda “cos’è per te la musica?”.
Ah, gliSmiths: Morrissey, Johnny Marr, AndyRourke, Mike Joyce,un disco più bello dell’altro. In biblioteca c’è il loro secondo album, MeatIs Murder il primo sotto la produzione artistica dalla stessa band. Undisco “contro” quasi ogni cosa, a volte brutalmente diretto a volteviolentemente sarcastico. Citazionicolte e profane, letteratura e cinema e musica d’altri tempi, tutto rielaboratoin questo album che piano piano, canzone dopo canzone, prende il decollo, ma èun avvoltoio e tu sei in volo solo perché questi artigli che ti… vabbé anchemeno, mi stavo facendo prendere la mano (che poi ce la fa un avvoltoio aportarti a spasso?).
Ripescataper la versione compact disc, in mezzo alla playlist appare una delle traccesimbolo per il chitarrismo anni ottanta: “How Soon Is Now?”. Johnny Marrfa un lavoro complicatissimo e raffinatissimo per ottenere quell’effettovibrato così caratteristico, altro che scatolette a pedali!“Well IWonder”, pur essendo costruita su un ritmo piuttosto incalzante eapparentemente banale, è la ballad di turno in scaletta che sa trasformarsi in un gioiellino del pop alternativo annidi quegli anni soprattutto grazie al riff ad effetto “appiccicato” e alle interessantisoluzioni sonore che arrivano un po’ alla volta in circa quattro minuti distrazianti richieste di attenzioni.La miapreferita, comunque, resta “BarbarismBegins at Home”, un tiro pazzesco ad incorniciare l’ennesimo testopolemico (stavolta si parla di violenza domestica), con Morrissey che sa essereefficace come pochi altri nel sottolineare certi umori con quegli urli istericitra una strofa e l’altra.Il disco siconclude con il brano che presta il nome all’album con lo slogan “la carne èassassinio”, invettiva animalista e battagliera anche in polemica con glistessi animalisti considerati daMorrissey “troppo pacifisti”.
Si va adascoltarlo in biblioteca?
Videoallegato: “How Soon Is Now?”
Alessio Cerasani -ERBA magazine
Punto Giovani Europa