Non sempre le parole bastano per spiegare la passione racchiusa in un’arte. Soprattutto quando questa è fatta solo di colori, musica, cuore e impulso.
SPIT_, classe 1986, ipnotizzato dai colori, sin da piccolo, ha coltivato la sua passione per il disegno, passando dall'illustrazione fino alla street art.
Le sue opere sono metafore di una mente in costante mutamento e di un cammino sempre in corso che lo hanno portato a colorare in città italiane e non; viaggi surreali che vivono dentro di sé e che ci fa conoscere tramite il suo talento. È sempre stato abile nel trasformare l’anonimo in pezzi unici colorati che prendono vita con le sue idee!
Culmine della sue esperienza artistica è la creazione del suo ART brand streetwear “SP17”. Il suo nome è una fusione di lettere e numeri che portano, a livello ottico, a ricordare il suo nome d'arte e le strade che lo raccontano.
Dove nasce la tua passione per l’arte? Che formazione hai e che tipo di lavoro svolgi? Mi piace sempre capire se il ‘fare arte’ è una valvola di sfogo o se invece è diventato un lavoro vero e proprio… qual è il tuo caso? La mia passione nasce con me, praticamente esiste da sempre, con il tempo l’ho solo scoperta e crescendo ho trasformato le linee, la tecnica, i messaggi e la comunicazione verso gli altri.
Sapevo da piccolo di voler fare questo da grande! Nasco come autodidatta, come mia scelta personale, ho voluto iniziare un periodo scolastico con indirizzo artistico, ovviamente, ma non mi sentivo soddisfatto nella crescita che cercavo io e quindi ho deciso di continuare da solo il mio percorso attraverso la mia immaginazione. Non avevo la giusta ispirazione che cercavo e che alla fine ho trovato vivendo per le campagne e le strade del mio paesello. Crescendo ho capito che per realizzare sempre più il mio sogno dovevo darmi da fare, lavorando e guadagnando, facendo anche lavori che mi piacevano meno ma che servivano per potermi permettere di acquistare tutto ciò di cui avevo bisogno, quindi ho lavorato per anni fino a quando sono riuscito completamente a trasformare la mia passione in un lavoro vero e proprio. Oggi sono circa 6 anni che vivo solo della mia ispirazione.
Dall’illustrazione, ad una linea di vestiti e oggettistica tutta tua, al muro… quale di queste tre vie espressive ti ha dato più soddisfazione e perché? Quando hai sentito la necessità di passare dal foglio alla superficie muro?
Tutto mi dà soddisfazione, se parliamo a livello personale, penso al percorso che ho fatto e sono realmente soddisfatto di tutto perché non avrei immaginato di poter arrivare a trasmettere tanto con la mia arte. Per quanto riguarda la linea d’abbigliamento è nata un po’ dopo, essendo abile a personalizzare qualsiasi cosa, molte volte mi ritrovavo con le mie maglie o jeans dipinti e la gente restava affascinata da questo, fino a quando ho deciso di realizzare una linea d’abbigliamento street wear/skate wear. Ho voluto unire la mia passione per la street art con l’abbigliamento da strada e così è nato SP17 brand, un marchio che sta crescendo molto. La necessità di passare dal foglio al muro l’ho sentita credo quando volevo far vedere i miei lavori e volevo che i messaggi arrivassero a tutti e in grande, da allora ho iniziato a colorare muri grigi in giro.
Al centro dei tuoi disegni spesso bambini privi di sguardo (anche se un tempo ho notato da Instagram degli occhi li avevano), con cappelli o felpe col cappuccio tirato su i cui lacci stringono stretto un cuore (organo)… immagini molto poetiche che mi hanno colpita… qual è il messaggio che vorresti far arrivare a chi osserva le tue opere? Gli occhi vuoti o il volto spesso coperto da maschere di animali cosa stanno a significare?
Nasco in un posto naturalistico spettacolare (Gravina in Puglia) e da lì catturo la giusta energia e ispirazione per far nascere i miei disegni/viaggi sospesi tra realtà e immaginazione. Racconto nelle mie opere momenti di vita in cui si vive sospesi in altre dimensioni pieni di magia. Parlo di interiorità e di connessioni con la natura e quello che ci circonda. Do’ valore all’interiore che oggi come oggi viene spesso a mancare. Rappresento i miei lavori raffigurando bambini, perché nel bambino si conserva la bellezza e la magia che è in noi e che crescendo perdiamo sempre più, sono spesso disegnati con sguardi persi come se fossero in piena meditazione o con maschere di animali come se fossero nell’animo dei veri animali. Rendo visibile, l’invisibile. Visioni nuove, attimi o periodi dove niente più conta ma vince solo l'essere speciale e il sentirsi libero di essere quel che si sogna ad occhi chiusi. Porto lo spettatore a fluttuare dentro di sé e a guardare il cambiamento con occhi diversi.
Altri elementi ricorrenti la casa e le isole… spesso i tuoi soggetti fluttuano su isole volanti, le cui radici rocciose diventano di volta in volta scenari di case ribaltate, magiche balene volanti o altro ancora. Che importanza ha per te la casa, simbolo di sicurezza per eccellenza, e soprattutto che valore ha la fantasia, il saper vedere ancora il mondo con occhi di bambino?
Porto nei miei viaggi spesso la casa, che per me rappresenta un posto meditativo da dove non mi devo mai perdere e porto zolle di terra da dove non devo mai staccarmi.
Racconto il mio amore per la natura, capovolgendo e distaccandomi dall’habitat/city e dalla frenesia di tutti i giorni, porto il protagonista ad assentarsi e a “trasformarsi” nel suo posto preferito. Sono dei f o t o g r a m m i di viaggi surreali che immagino e vivo quando decido di "S O S P E N D E R M I". Per me vedere con occhi di bambino è avere sempre visioni nuove, attimi o periodi dove niente più conta ma vince solo l'essere speciale e il sentirsi libero di essere quel che si sogna ad occhi chiusi. Porto lo spettatore a fluttuare dentro di sé e a guardare il cambiamento con occhi diversi.
Dove è arrivato SPIT fino ad ora, dove andrà prossimamente? Sei soddisfatto del tuo percorso artistico, oppure tornassi indietro faresti scelte diverse?
Sono arrivato in un punto che non so nemmeno io (ahah) ma una cosa certa è che sono strafelice di tutto quello che è nato fino ad ora. Continuo a progettare tante cose nuove sia per l’abbigliamento che per progetti futuri. È un percorso difficile, ma non lo cambierei mai per nessun motivo al mondo. Ci sono tante cose nuove in cantiere per il 2019.
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa