'La bellezza va rubata e condivisa, salverà il mondo' con queste parole dell’amico Derry Ciaramelli sono venuta a conoscenza della seconda imponente e meravigliosa opera su muro dell’artista pratese Edoardo Buccianti, Lo Gnob, che già è intervenuto in luoghi simbolo di aggregazione sul territorio. Scopriamo direttamente dall’artista qualcosa in più su il suo murales iperrealista e sul messaggio che racchiude.
L’opera da te realizzata su di un muro legale nel sottopasso di viale Galileo Galilei (di fronte tra l’altro al celebre muro di BLU ‘A very long story’) è la seconda in questo stile e con questo soggetto apparsa in città... un uomo, forse un clochard, sdraiato (stavolta senza valigia sotto la testa) con un uccellino azzurro posato sui piedi. Sulla giacca all’altezza della spalla i ‘…’ che richiamano gli stessi tre puntini di sospensione sotto la scritta DREAM posta in alto nel primo murale che raffigurava lo stesso uomo sdraiato con un pettirosso sul fianco, apparso qualche mese fa nei giardini tra via Flaminio Rai e via Pomeria. Forse una serie con cui vuoi lanciarci dei messaggi? Da dove nascono queste due opere?
Il processo di gestazione di un’opera, almeno nella mia esperienza, è lungo e frammentato, a volte è solo un’idea che resta nella testa per mesi o anni e poi, all’improvviso, deve uscire, deve prendere vita (pensa, il primo soggetto di via Rai, lo volevo fare sotto il sottopassaggio in piazza Ciardi, poi, il committente scelse le bici di Hopnn. e mi è rimasto nella mente per un sacco di tempo, l’uccellino non c’era). A volte ti torna in testa un’immagine o una frase che erano nascoste da chissà quanto tempo nella tua testa e, come se bucassero il tempo e lo spazio, dopo magari anni, capisci cosa manca o semplicemente senti che è il momento e la realizzi.
La scritta DREAM sopra il primo muro crea un ossimoro con l’immagine che ci attende appena sotto, ha un intento provocatorio che vuole spingere l’osservatore a non girarsi e a riflettere? La parola richiama immediatamente la mostra ‘Dream’ di Yoko Ono realizzata sul territorio… ha un qualche collegamento con quell’intervento? Pensi che l’arte e soprattutto la street art, essendo di tutti e per tutti, debba in qualche modo farsi portatrice di messaggi e di spunti di riflessione e non esaurirsi semplicemente al bello?
Ho scritto dream dopo aver visto un'opera presente sul territorio. Ci voleva Yoko Ono per scrivere una banalità del genere? È questa la condizione dell'arte? Quale messaggio vuole dare? Quali spunti di riflessione quella scritta dà all'osservatore finale? A quanto pare quello che dovrebbe essere un linguaggio dell'anima si è talmente distaccato dalla realtà da essere diventato arredamento urbano col fine di compiacere le amministrazioni. Si fa vedere che si fa arte e tutti sono contenti. Cosa rimane da sognare? Tutti possono sognare? L'opera deve arredare ma non deve far pensare troppo sennò non va bene. Io penso invece che l’arte debba educare l’osservatore anche a costo di farlo incazzare.
I tre puntini di sospensione che ricorrono in entrambi i muri (...) ci indicano forse che la serie non finisce qua?
I tre punti di sospensione rappresentano l’attesa, un accenno lasciato volutamente indefinito, la rappresentazione del silenzio che aspetta di essere completato. Li vedo come un modo interessante di lasciare una firma utilizzando un simbolo che rappresenti in sé l’invito a completare una riflessione, qualsiasi essa sia. Lascio quindi all’osservatore l’onere di dare un senso a quanto ha partorito la mia immaginazione.
Il progetto è stato pensato in collaborazione con l’Amministrazione comunale pratese e si ricollega in qualche modo alla mostra ‘Dream’ di Yoko Ono realizzata sul territorio o hai semplicemente fatto richiesta per l’utilizzo di un muro legale?
No comment, ho semplicemente fatto richiesta per l’utilizzo di un muro legale.
La tua tecnica si sta affinando tantissimo e il tuo stile, che non ha niente da invidiare agli street artist iperrealisti che stanno cavalcando l’onda del successo vedi Jorit, ci catapulta come dentro ad uno scatto fotografico. Con che tecnica hai realizzato i due muri e che studi ci sono alle spalle per raggiungere un livello così elevato di realismo?
Sono lusingato dei complimenti, in realtà i miei studi si sono focalizzati sulla musica e sugli aspetti pedagogico-educativi ad essa correlati, ho studiato pedagogia musicale all’Università e fatto il Conservatorio. Finiti gli studi, sono diventato un professore di educazione musicale alle medie e un insegnante di chitarra classica. Non ho fatto nessuno studio ufficiale in campo pittorico e forse è stata la cosa che ad oggi, mi fa continuare a dipingere e a sperimentare curioso. I due muri sono fatti con pittura acrilica da esterni e pennellacci semidistrutti.
sopra: il murales di Gnob in viale Galilei (Serraglio) e il particolare dell'uccellino azzurro
sopra: il murales precedente di Gnob apparso in via Flaminio Rai con relativo particolare del pettirosso
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa