Ad Alice non piace sciare ma il padre la costringe a frequentare un corso di sci. Quella mattina Alice aveva bevuto del latte che inizia a pesarle nello stomaco. Durante il corso è costretta ad allontanarsi dai suoi compagni in cerca di un posto in cui nascondersi e lì se la fa addosso. Umiliata cerca di tornare indietro ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba.
Mattia è un bambino come gli altri se non fosse per la presenza della sua sorella gemella Michela, ritardata. Un giorno un suo compagno di classe li invita al compleanno. Mattia, per non subire l'ennesima umiliazione, lascia sua sorella nel parco con la promessa che sarebbe tornato a prenderla ma non l'ha più trovata.
Questi due traumi accompagneranno Alice e Mattia per tutto il resto delle loro vite, così vicine ma mai destinate ad incrociarsi, come quelle coppie di numeri speciali che i matematici definiscono primi gemelli separati solo da un unico numero come l'11 e il 13, il 17 e il 19.
Il disagio e l'introversione dovuta al marchio indelebile dell'infanzia di Mattia ed Alice trova espressione nel solo mezzo che hanno per comunicare, l'autolesionismo, ricambiato dai genitori, come dal resto del mondo, attraverso una ostentata normalità che maschera una profonda tristezza e compassione.
La vita con i suoi fallimenti e successi porterà ad alimentare una mancanza di amore che, nel momento stesso in cui sta per emergere, si allontana come un crudele gioco del destino.
Il romanzo è affrontato dal torinese Paolo Giordano attraverso un linguaggio semplicemente inquietante che trova nella sua durezza una commozione esasperata.
Questo è il libro che ha conquistato critici e pubblico evidenziando con la sua allegoria molti dei problemi che tutt'oggi non sappiamo come affrontare, obbligandoci a riflettere ma anche a sperare.
Barbara Di Genua - ERBA magazine
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