Occhi buoni, senza filtri. Con la sua reflex sempre dietro come fosse un'appendice. Geometra nella vita, innamorato della fotografia, degli attimi, dell'arte, della musica, delle persone nel resto del giorno. Abbiamo intervistato il fotografo pistoiese Simone Chelucci classe '82, dopo averlo conosciuto durante l'evento 'Una finestra sul mondo', per capire cosa si nasconda dietro la sua poesia per immagini.
Il suo primo contatto con la
fotografia avviene da bambino, osservando la passione per la fotografia,
attraverso il padre. Nel 2016 acquista la sua prima
macchina fotografica, ed entra a far parte del GFP - Gruppo Fotoamatori
Pistoiesi - dove apprende le basi ed inizia il suo percorso, ancor oggi in
continua evoluzione, di crescita fotografica.
Da lì nel 2017 partecipa con alcune
fotografie alla mostra collettiva del GFP “Il viaggio”; nel 2018 una sua foto viene
selezionata ed esposta a Potenza alla IV edizione del Concorso Nazionale “Sicurtezza nei cantieri”.
A maggio di quest'anno l'arte e la street art iniziano a 'far capolino' nella sua fotografia e Simone partecipa prima come fotografo al live painting alla Scuola Primaria del Nespolo di Pistoia e a giugno all'evento
artistico “Una Finestra Sul Mondo”,
tenutosi a Prato, dove fotografa costantemente ogni singolo artista
presente cercando di carpire il messaggio nascosto dietro le opere. Dall’inizio del percorso, Simone Chelucci
ha sempre alimentato la sua passione attraverso la lettura e l'arte in tutte le sue forme, visitando mostre, partecipando ad eventi e concerti, dove ritrova quel movimento e quei contrasti tipici della sua fotografia.
Parlaci di te, quando hai incontrato per la prima volta una macchina fotografica e quando è nata la tua passione? C’è stata una persona che ha incitato e aiutato il tuo percorso? Quando hai pensato che la fotografia potesse diventare un lavoro?
La prima volta che ho incontrato la fotografia è stato quando ero piccolo, nel vedere mio padre con la mitica Pentax analogica (che ancora utilizzo). In quei momenti, quando dall’armadio prendeva la borsa a tracolla verde (che tutt’oggi porto ancora con me), mi limitavo ad osservarlo con quello strano, quanto straordinario oggetto. Ne ero affascinato ed incuriosito, ma non ho mai cercato di voler scattare, né ho mai chiesto di farlo. Restavo osservatore.
Fino a quando un giorno di tre anni fa, trascinato dalla curiosità di voler capire come funziona una macchina fotografica e soprattutto cosa si cela “dietro” la fotografia, decido di acquistare la prima reflex e successivamente di seguire un corso di fotografia con un gruppo fotografico della mia città, del quale faccio parte, Gruppo Fotoamatori Pistoiesi. Apprese le basi della fotografia ho iniziato il mio percorso, costantemente in evoluzione, continuando la ricerca di nuovi punti di vista. Percorso che passa attraverso la lettura dei libri, la visione delle immagini dei grandi che hanno fatto la storia della fotografia, e la continua ricerca di mostre di fotografia, pittura ed arte contemporanea, arricchendomi inconsapevolmente (e devo dire che è una bella sensazione).
Farne un lavoro oggi è molto difficile, vediamo questa mia forte passione per la fotografia dove mi porterà!
Nikon o Canon? Sviluppo manuale o stampa digitale? Diatriba lunga una vita… ma non credi che se uno ha in testa bellezza e quel guizzo creativo che gli consenta di vedere le cose da una prospettiva originale, possa generare bellezza anche con un semplice smartphone?
Sì… Diatriba lunga una vita. Ne sento parlare spesso, molte discussioni in merito a questa argomento, se analogico o digitale, se reflex, mirrorless o smartphone, e penso che non sia fondamentale il mezzo usato, qualsiasi esso sia, ma l’idea che sta alla base di ciò che si vuole dire e tramettere con la fotografia, dove tutto è concesso, ed è il risultato finale dell’immagine quello che conta.
Cosa è per te la macchina fotografica, intesa non solo come oggetto, ma anche come prolungamento delle tue mani… Cosa rappresenta per te quel ‘vedere attraverso’ prima dello scatto?
Beh.. Che dire, la macchina fotografica, quando sono a fotografare, che sia per strada o per un progetto ben preciso, diventa tutt'uno con me stesso, ed insieme a quella fantastica sensazione che provo nel "vedere attraverso" quel mirino (mi piace molto che tu abbia usato la parola "vedere", molto più profonda del solo "guardare") il tutto fa da contenitore alle mie emozioni, ai miei sogni, alle mie idee, pensieri e sensazioni, traducendole in immagini. Le miriadi di sensazioni che sento quando sono con la mia macchina fotografica, in qualche modo mi fanno sentire al sicuro e fanno sì che mi senta catapultato come in un mondo parallelo dal quale non vorrei più uscirne.
Nelle tue foto le persone hanno un ruolo centrale, ma sono spesso colte in movimento, quasi mai statiche e ci raccontano qualcosa di loro. Cosa stai cercando di raccontarci attraverso la tua fotografia? Cose accade e cosa provi al momento del 'Click'?
Le persone nelle mie foto hanno un ruolo generalmente legato al contesto in cui le fotografo; cerco sempre un legame con tutti gli elementi che fanno parte dell’immagine. Quel che cerco di raccontare con le mie fotografie, sono le emozioni che posso provare in quel singolo istante in cui faccio lo scatto, ma possono essere anche sensazioni passate, momenti vissuti, sogni futuri, cercando di fare in modo che ogni persona che osservi quella immagine possa trovare una propria chiave di lettura, ognuno con la propria sensibilità, con il proprio vissuto.
Non può esistere luce senza ombra e buio; ti piace giocare con i contrasti di materia, di luminosità, contrasti che inevitabilmente vengono traslati all’anima del soggetto immortalato. La luce, le ombre sono un mezzo per arrivare a qualcosa di più interiore?
Amo molto i contrasti tra luci ed ombre (sono un amante del Caravaggio); mi piacciono i contrasti in generale, in qualsiasi forma essi si creino all'interno dell'immagine. Cerco di portare nella mia fotografia tutto il mio bagaglio interiore... questo è il mio modo di far uscire la mia interiorità.
Cosa può l’immagine in più della parola?
Non sono molto bravo con le parole, cerco di far parlare le mie immagini... Questo può l'immagine per me.
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa