Io sono quel sogno

Si possono riaccendere sogni che sono stati spenti per sempre?


Durante una tranquilla lezione di religione nel settembre 2011, una ragazza appena quattordicenne con fin troppi sogni nella testa, si ritrova dietro un banco di scuola a fare i conti con se stessa.

Ultimo banco infondo all’aula, mani sudate, testa altrove; Noemi interrompe la lezione per uscire, perché prendere una boccata d’aria riossigena non solo i polmoni, ma anche la mente

Dopo pochi giorni da quella passeggiata nei deserti corridoi del liceo psicopedagogico delle scienze umane, la ragazza comincia a scrivere.

Quella di scrivere è da sempre stata la sua più grande passione, per lei è un po’ come indossare una maschera, quando si indossa qualcosa che ti copre è un po’ come se si perdesse il timore di essere ciò che si è; è come se tutto venisse fuori con più facilità, senza paura dei pesanti giudizi.

La ragazza scrive per essere se stessa, scrive questo libro a soli quattordici anni, ma ogni volta che sembrerà portarlo a termine, non risulterà mai pianamente soddisfatta.


 

Il coraggio non ha tempo, ma quando arriva ti fa fare il giro delle montagne russe in pochi secondi, ti sciaborda l’anima e fa scegliere al cuore la parte più istintiva e caparbia.

Il libro racconta la storia di Jenny, un’adolescente nel bel mezzo degli anni del liceo, in preda con i primi cambiamenti, i primi approcci sentimentali, le prime esperienze.

Il tema affrontato è quello di un duplice abuso che ha portato via non solo del tempo prezioso alla protagonista, ma le ha portato via la possibilità di scelta, la possibilità di essere una ragazza come tutte, la possibilità di sognare di credere nell’amore come un qualcosa di bello ed entusiasmante. 

Jenny comincia a vivere l’amore considerandolo mostruoso, carnivoro, fugace, sporco; la ragazza gioca con la propria vita perché di vivere non ha più voglia, si sente violata, infranta, imbrattata da qualcosa che non le appartiene.

 
 

Lei stessa ha voglia di sognare ma non ci riesce , Jenny  riscopre la luce del giorno, i colori che la circondano e ritrova la voglia di combattere, così si munisce di spada ed elmetto e combatterà per anni la sua lotta più grande, il suo più grande sogno: riamare se stessa

Leggere questo libro significa prendere coscienza di se stessi, è un libro che ti scruta dentro perché racconta una realtà fin troppo vicina a tante ragazze e ragazzi che purtroppo decidono di soffocare nel pianto, decidono che sia più facile trattenere che urlare tutto il dolore che si sente quando si è infranti, violati senza alcun permesso.

 
 

Questo libro vuol fare proprio questo, urlare che la parola abuso esiste.

Esiste fin troppo e ti ammazza dentro, ma è importante dire che è possibile riuscire a guardarsi nuovamente allo specchio, è possibile riuscire a toccarsi e a farsi toccare.  

Questo libro non allude ad una vita facile, colma di soluzioni, si parla di fiori che nascono dal concime e ci mettono tempo per riprendere la loro totale bellezza

Il libro infatti, racconta che non si abbandona mai totalmente chi si è stati, perché il passato per quanto orrido, è esistito, e ci fa da guida per poter essere persone più forti e più sicure.


Lorenzo Napolizzi - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 26/5/2020

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