Come ha origine il nome Blow Up Store?
"Il nome Blow Up Store è un omaggio al film di Antonioni, la pellicola infatti è il manifesto di un'epoca a cui si ispira lo store.
In questo film iconico, a partire dalla sua locandina la cui immagine ha fatto storia, si ritrovano le ispirazioni che hanno guidato la nascita del negozio, sono infatti presenti un gran numero di forme d'arte tra cui: pittura, musica, architettura degli interni, fotografia e letteratura".
Come nasce l'amore per il vintage e per i pezzi unici?
"Sono sempre stata attratta dal design che ha caratterizzato la grafica, il disegno industriale, la progettazione di arrendi dall'immediato dopoguerra fino agli anni '80, soprattutto in Italia c'è stato un movimento che ha portato a creare bellezza anche negli oggetti di uso comune.
Non c'è una ragione precisa per la quale abbia così tanto amore negli oggetti vintage, credo sia un'attitudine, un'attrazione fatale".
Uno store che profuma di mercatino inglese ma all'interno del centro storio pratese, perché?
"Io Fiorentina di nascita vivo a Calenzano terra di confine tra le province, ho scelto Prato e il suo centro storico per la sua attitudine aderente alla mia idea di commercio, volevo che il mio negozio fosse una bottega, un luogo dove poter scambiare idee e creare passioni, sentirsi a casa.
Ho puntato sul centro storico perché lo trovo perfetto, piccolo ma ricco, dopo un periodo di grande crisi ho pensato che fosse il momento giusto per rilanciare la sua vitalità".
Tre oggetti ai quali sei legata e che ricordano il tuo store?
"Se penso a degli oggetti che identificano il mio negozio mi vengono in mente le sedie da cinema anni '60 però senza ombra di dubbio i giradischi, oggetti magici, bellissimi nella loro estetica e fondamentali nella loro funzione, la puntina che graffia i solchi è poesia.
La macchina da scrivere, Olivetti lettera 32 è indiscutibilmente un pezzo di design che ha fatto la storia ed un potente mezzo di comunicazione, i suoi tasti hanno dato vita a libri, pezzi di giornalismo, lettere, fanzine, uno scrigno di tesori infiniti".
Lorenzo Napolizzi - ERBA magazine
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