Ritorno a sorpresa (con un comunicato sul loro sito hanno annunciato, due giorni prima dell'uscita, la messa in commercio del terzo album "Intimacy") per i londinesi Bloc Party.
Che il frontman Kele Okereke fosse un persona 'originale' lo si era capito già da tempo, e questa pubblicazione improvvisa del 3° capitolo della sua band ne è l'ennesima testimonianza. Il disco non aggiunge niente di nuovo al loro sound, di fatto "Intimacy" si compone di due session di registrazione. Una con Paul Epworth, produttore del primo album "Silent Alarm", dove i Bloc Party suonano tutte le singole parti delle canzoni con i loro strumenti e l'altra con Jacknife Lee, produttore di "A Weekend In The City", dove sintetizzatori e computer la fanno da padrona e dove i veri musicisti si dimostrano essere lo stesso Jacknife Lee, il frontman Kele Okereke ed i vari tecnici di programmazione, lasciando così i restanti membri della band a <girarsi i pollici>.
Il disco si apre con 'Ares' una specie di emulazione di "Setting Sun" dei Chemical Brothers (con i quali Okereke collaborò nel 2005 per la canzone "Believe") con un testo ecologico e pacifista. "Mercury" è la canzone più ambiziosa, basata su campionamenti (tra cui la stessa parte vocale) che parla delle 'storielle d'amore occasionali' che tutti i giovani hanno. "Halo" insieme a "Trojan Horse" e "One Month Off" sono i pezzi che si avvicinano di più alla struttura di brani 'storici' dei Bloc quali "Banquet" e "Helicopter". "Biko" dedicata ad una persona malato di cancro e "Signs" un 'pianto' rivolto ad una persona scomparsa, sono entrambe piene di effetti elettronici. Elettronica che 'comanda' anche in "Zephyrus", "Better Than Heaven", nel singolo (dalle 'spinte' più rock) "Talons" ed in "Ion Square". Quest'ultima è una delle più belle della discografia dei Bloc Party; progressiva ed ipnotica ha un testo che è un inno ad una tranquilla vita di coppia a casa con, come massimo 'brivido', lo stare a letto a guardare la TV (?!?!). Eh sì, perché se per "Silent Alarm" il tema dominate erano le ingiustizie della società, per "A Weekend In The City" il consumismo irrazionale e la superficialità dei giovani, in questo "Intimacy" il filo conduttore di tutte le canzoni è l'amore e le relazioni di coppia in tutte le loro varianti, brutte e belle, tragiche e leggere, tese e rilassate. In una sola parola 'Intimità'.
IN SOSTANZA: Probabilmente i Bloc Party non volevano "caricarsi addosso" troppe aspettative per questo terzo album e hanno deciso di pubblicare, in fretta e furia, "Intimacy". Il risultato è godibilissimo ma, con ancora più tempo, sicuramente la band avrebbe elaborato nuove soluzioni sonore e, probabilmente, alcune delle canzoni di questo album sarebbero diventate semplici b-side. Tutto sommato un disco che merita di essere valutato su iTunes, per poi acquistare le canzoni che più si gradiscono. Consiglio: ascoltare l'album con i testi davanti.
VOTO: Distinto -
Alessio Lauria - ERBA magazine
Punto Giovani Europa