Tenet é l'ultimo lavoro di Christopher Nolan, uno tra i registi più apprezzati dal cinema contemporaneo.
Con questa recensione ci addentriamo quanto più possibile in una pellicola che affronta un tema decisamente originale: il time reverse, o per meglio dire, l'inversione temporale.
La trama
Armato solo di una parola 'Tenet' è in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, il protagonista (John Washington) è coinvolto in una missione attraverso il crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale che si svolgerà al di là del tempo reale.
Tenet è senza dubbio il film di cui si è parlo di più nell'ultimo mese; l'aspettativa non era tanta proprio perché l'ultima fatica di Nolan risaliva a tre anni fa con Dunkirk.
Siamo di fronte ad un action movie registicamente ben costruito, ma con una trama di fondo che risulta abbastanza banalotta, niente di non visto.
Se è pur vero che non bisogna fare paragoni, è giusto anche avvertire di non aspettarsi chissà cosa in merito alla storia.
Sicuramente una delle cose da apprezzare di più di questo film sogno gli effetti visivi realizzati senza l'uso della CGI, a cominciare dall'esplosione del Boeing 747 fatto saltare in aria veramente sul set dove si svolgevano le riprese.
Un'altra chicca è l'aver saputo trattare il tema dell'inversione temporale, difficile ed intricato, rischiando di dar vita ad una storia dominata dal caos e piena di punti interrogativi.
Cosa si intende per inversione? Sintetizzando, i protagonisti usano nelle loro missioni alcuni materiali che si comportano a rovescio: ad esempio una pistola invece di sparare risucchia i proiettili.
Allo stesso modo, gli esseri umani si muovono al contrario, tra questi anche coloro che vogliono invertire il mondo per dominarlo.
Il compito del protagonista è quello di sventare l'invasione di questi 'invertiti' nel passato/presente.
Nonostante qualche trovata interessante, Tenet purtroppo non mi ha convinto, tutta la struttura complessa data dal concetto di inversione temporale non basta a reggere l'intero film.
Zero empatia per i personaggi, messaggio finale insapore e prove attoriali buone ma non memorabili.
Eleonora Giovannini - ERBA magazine
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