Come nasce la vostra Associazione?
"Marginalia nasce ormai ben 22 anni fa per preciso intento mio e di Barbara Ghiardi con la quale condividevamo non solo il lavoro ma molti interessi comuni legati all'arte.
Facevamo mostre, siamo state fra le prime a fare 'Arte in fabbrica', 'Arte sulle scale' dando vita ad una galleria occasionale nel nostro studio di grafica dove a rotazione ogni mese sulle pareti delle grandi scale esponevamo artisti da ogni dove.
Il nome Marginalia prende spunto proprio da un articolo uscito in quel periodo, che riguardava studi fatti su alcuni Marginalia ritrovati sui libri di Petrarca".
Come riuscite a sensibilizzare il vostro pubblico?
"Da quando è nata l'Associazione era molto più semplice, molte cose che oggi vediamo fare e proporre da tante nuove realtà che apprezziamo, noi le avevamo già proposte oltre venti anni fa.
Tuttavia le formule sono tante, oggi Marginalia è una realtà con molti soci e tante persone che lavorano al suo interno per le varie attività che promuoviamo.
Per la parte che riguarda la rivalutazione e sensibilizzazione del nostro patrimonio artistico, ci sono attori che con noi realizzano percorsi d'arte teatralizzati, ci sono musicisti che ci accompagnano in visite dove la musica è un valore aggiunto, ci sono ballerini, scrittori, grafici, architetti, pittori, rodologi, botanici, arboricoltori, artisti di strada che con noi collaborano spesso.
La sensibilizzazione quindi nasce dalle proposte mai scontate e dalla volontà di essere sempre innovativi e presenti al fine di contribuire attraverso quello che sappiamo fare meglio al benessere di tutti attraverso i nostri percorsi".
Da dove nasce la vostra creazione Un Prato di fiabe?
"Un Prato di Fiabe certo è una nostra creazione, quest'anno compie venti anni ed è il nostro fiore all'occhiello.
Anche in questo caso io e Barbara, amanti delle fiabe, decidemmo quasi per gioco di dar vita ad un concorso per scrittori affinché si confrontassero con una fiaba di loro invenzione al nostro concorso.
Nacque così un Prato di Fiabe che riunisce il nome del genere letterario alla città di Prato dove è nato e dove ogni anno viene realizzato".
Tre aggettivi che vi descrivono?
"Direi sognatori perché solo chi sogna ad occhi aperti è capace di fare scelte a volte anche azzardate, coraggiose, ma che rendono vivi, appassionati perché niente di ciò che abbiamo fatto è stato realizzato senza quella passione che è tipica di chi sogna e vuole e si prefigge di raggiungere obiettivi di benessere comune, e infine curiosi poiché viaggiando, incontrando persone, entrando in luoghi a volta da tempi immemori e mai riaperti al pubblico, spesso ci siamo sentiti come la famosa setta dei 'poetini estinti' che desideravano ...succhiare il midollo della vita.
La curiosità è una delle cose che contribuisce meglio alla crescita di ognuno".
Vania Fanciullacci
Lorenzo Napolizzi - ERBA magazine
Punto Giovani Europa