Shorta


Nel 2020 i due registi danesi Frederik Louis Hviid e Anders Ølholm esordiscono con il loro primo lungometraggio, un poliziesco con molte scene d'azione e una forte critica verso la situazione politica del loro paese natale, Shorta.

La trama del film segue gli stilemi classici dei polizieschi senza distogliersi troppo da essi, i registi raccontano la storia di due poliziotti Mike e Jens intenti a pattugliare il ghetto poco distante dal centro città, il primo è più aggressivo con un passato piuttosto difficile che è spesso fonte di preoccupazione per il colleghi, mentre Jens sembra apparentemente l'uomo retto con un ideale di giustizia meno selettivo rispetto al compagno.

 

Purtroppo durante la pattuglia, si scopre che un ragazzo arabo è morto durante la custodia della polizia, il che porta ad un enorme rivolta nel ghetto che costringerà i due colleghi a scappare e nascondersi, seguiti da un altro ragazzino del ghetto che Mike aveva da poco arrestato, ormai circondati e senza rinforzi dovranno trovare un modo per uscirne vivi.

I due registi del film hanno quindi voluto rimanere sul sicuro con una trama si accattivante e ben sceneggiata ma che non si scosta troppo dalle moltitudini di produzioni americane di film dello stesso genere.

 
 

Se la storia rimane qualcosa di godibile ma poco originale non si può dire lo stesso della regia e fotografia, che fanno da colonna portante per tutta la durata del film, rendono la visione fluida senza punti morti.

Tutto il film si presenta con delle tonalità arancioni che ben si sposano con l'atmosfera caotica e ansiogena della pellicola, le scene al buio durante la notte trasmettono un incredibile suspense grazie all'atmosfera che si crea con le piccolissime fonti di luci in contrasto a questi luoghi oscuri e misteriosi.

Nelle scene d'azione la regia è molto frenetica, durante il primo inseguimento o movimenti di macchina sono molto caotici per rappresentare bene l'idea della fuga ma nonostante ciò si segue benissimo tutta la scena.

 

Anche se il lato tecnico nasconde ancora molti lati interessanti, è giusto spendere qualche parola sul lato critico del film 'Shorta', come titolo del film, non è un nome casuale, è qualcosa di simile a uno slang che usano gli Arabi per definire i poliziotti, già dal titolo si vuole dare un'idea incentrata sulle differenze e divergenze che ci sono tra la polizia e i civili che abitano nel ghetto.

Il film sembra quindi porre la critica verso sia il lavoro della polizia che la reazione dei ragazzi che deturpano negozi e abitazioni facendo del male anche ad innocenti con la scusa della manifestazione.

 
 

Nel film troviamo un personaggio che rappresenta stranamente entrambe le facce della medaglia, ovvero Mike.

Egli è più aggressivo e fin da subito ne comprendiamo l'indole, soprattutto quando abuserà della sua posizione per perquisire un giovane ragazzo senza motivo, ma durante la fuga dal ghetto, verrà fuori la sua vera natura, l'essere disprezzato per via del suo carattere lo ha portato a diventare quello che tutti vedevano in lui, l'uomo avrà una sua evoluzione che lo porterà a fare la sua scelta decisiva sul finale.

In conclusione, Shorta è un film tecnicamente con poca inventiva sulla trama ma che con molti espedienti registici riesce a scorrere perfettamente e a portare il suo messaggio di lama a doppio taglio che si crea quando si parla di discriminazione.


Lorenzo Falconi - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 22/6/2021

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