Massimo Vitali è nato a Como nel 1944, terminate le scuole superiori si trasferisce a Londra dove studia fotografia al London College of Printing.
Nei primi anni Sessanta intraprende la sua carriera come foto-giornalista collaborando con molti giornali ed agenzie italiane ed europee.
In questo periodo conosce Simon Guttmann, il fondatore dell'Agenzia Report, un incontro fondamentale per la sua crescita professionale.
All'inizio degli anni Ottanta, avendo preso convinzione su alcuni aspetti della fotografia, collabora come direttore della fotografia per cinema e televisione.
Nel 1995 dà inizio alla sua famosa serie dei panorami delle spiagge italia; attualmente vive e lavora tra Lucca e Berlino.
Il fotografo riesce a catturare ogni dettaglio trasferendolo nei suoi scatti, gigantografie che dipingono un chiaro quadro della odierna società divisa tra spazi pieni e vuoti, la solitudine, il distanziamento sociale, gli assembramenti, spiagge gremite, concerti in contrapposizione con luoghi deserti e con la minima presenza umana.
Una finestra aperta dove poter osservare in silenzio quello che sta accadendo.
'Cerco di restituire dei pezzi di storia di vita - spiega il fotografo - e cerco di fornire elementi molto precisi e apparentemente inutili. A me piace la storia dell'uomo normale. Odio le belle fotografie'.
Sono fotografie di grande impatto emotivo e anche la scelta delle dimensioni enormi sensibilizza ancora di più lo spettatore, facendo riflettere su come il mondo in questi anni sia cambiato, ricordandoci come era la sensazione di godersi un concerto uniti per cantare a squarciagola.
Guardando i suoi scatti si percepisce il grande amore per i paesaggi e la natura, ci si perde osservando il mare, i fiumi.
La sensazione che si ha non è solo di semplice osservatore ma di protagonista, perché il fotografo ha incarnato pienamente un aspetto che ha toccato nel profondo di tutti noi.
'Massimo Vitali è in grado di mettere in scena un'Italia secondo punti di vista del tutto peculiari - spiega Sergio Risaliti, curatore della mostra - La sua visione del nostro paese è quella di un teatro universale, ora preso d'assalto, ora al contrario rappresentato come spazio di estese misure e solitudini, tra assembramenti e moltitudini di spiagge affollate e discoteche piene all'inverosimile. A fare da contraltare a questo repertorio ecco spazi ancora incontaminati, dove poche presenze testimoniano la forza della natura e il suo dominio fuori dalla civilità dei consumi e della tecnologia. Il tempo per Vitali è non tanto relativo quanto fuori del tempo: la fotografia non certifica cosa è stato, ma quello che potrebbe essere sempre un eterno presente. La vita fissata in termini di metafisica, e il reale si trasforma in una messa in scena, la cui verità iconica sembra nascere con la mutazione fotografica del contenuto in forma assoluta e a sé stante.'
Per maggiori informazioni sulla mostra
Daria Derakhshan - ERBA magazine
Punto Giovani Europa