La redazione di ERBA Magazine ha intervistato Francesca Sarteanesi in previsione dello spettacolo teatrale: Sergio.
Lo spettacolo rientra nella rassegna teatrale Ex Temporaneo e si terrà negli spazi artistici di Officina Giovani venerdì 26 Novembre alle ore 21.00.
Lo spettacolo Sergio di e con Francesca Sarteanesi, candidata come migliore attrice al premio UBU 2021, con la collaborazione di drammaturgia di Tommaso Cheli, costumi di Rebecca Ihle, una produzione di Kronoteatro e Gli Scarti e con il sostegno di Armunia residenze artistiche - Festival Inequilibrio.
'Sergio nasce in collaborazione con Tommaso Cheli. Tommaso è uno studioso. Un incontro che mi ha sempre incuriosito. Non è un attore, è un professore, ama il teatro e si diletta a frequentare qualche corso ogni tanto. Studia molto, è molto intelligente senza farlo notare troppo. Poche cose mi fanno ridere e commuovere come le sue improvvisazioni. Sergio nasce proprio così. Era da tanto tempo che mi girava la testa, essere sola senza niente in scena per non essere sola e con la scena piena. Come fare? Le parole di Sergio sono le immagini uscite dalla testa di Tommaso. Improvvisazioni spesso guidate da me. Ma ho anche lasciato che Tommaso si sentisse libero totalmente. Ho ricevuto pezzi di Sergio la notte, la mattina, sempre, senza una regola precisa. Ho ascoltato, preso appunti e trascritti questi quadri che non erano altro che dei piccoli frammenti di vite immaginate. In sergio niente doveva succedere. E' stata la prima regola, deve non accadere niente ma deve impercettibilmente succedere qualcosa. Il mio lavoro è stato quello di scegliere la tonalità e poi cercare di rispettarla. Ho messo insieme, avvicinato frammenti cercando di non uscire mai dalla tonalità che mi ero prefissata'.
'La catastrofe c'è stata, c'è, e ci sarà. Da sempre. Catastrofi fuori e catastrofi dentro, da sempre. Sono sempre diverse le catastrofi, certe volte sono impercettibili eppure stanno avvenendo. Quando veniamo in qualche modo interrotti, disturbati dall'andamento normale delle cose, la vita ci riserva delle sorprese. Mi auguro che il teatro sia e continui ad essere il motore per raccontare proprio quelle sorprese lì'.
'E' una donna, non vorrei dire l'età, non vorrei dire chi è, non vorrei dire niente. Lo scenario è aperto e deve restare aperto. Anche per me che lo faccio. Io so cosa sto vedendo e cosa sto credendo in quel momento. Ma quello è il mio gioco con le mie regole. Chi sta seduto davanti ha il suo gioco da fare e non ha strumenti o regole da seguire. C'è uno spazio vuoto intorno a me. Ha capito immediatamente che per qualcuno poteva rimanere vuoto per sempre e che per qualcun altro si sarebbe riempito da subito E' l'unico lavoro che ho fatto fino a questo momento dove non sono nella posizione di scrivere e stabilire che connessione può nascere con lo spettatore. Hanno tutti più possibilità di interpretazioni e tutte sono giuste o sbagliate. Restare confusi, bene così. Briciole del quotidiano, personaggio che tutti conosco ma dei quali nessuno sa l'identità. Da tempo nel cassetto delle cose da provare, c'era questa voglia. Togliere tutto, nessun oggetto in scena, niente, il vuoto. Volevo questo, via tutto, resta solo un corpo e una scena che si deve riempire solo attraverso le parole'.
'Per adesso sono ancora dentro le cose che ho fatto e progettato fino a questo momento. Per il momento non ho progetti urgenti o scadenze da rispettare. Ho alcune voglie in testa, ma per ora rimangono tali'.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo
Francesca Sarteanesi - Sergio
Lorenzo Napolizzi - ERBA magazine
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