La redazione di ERBA Magazine ha intervistato la Compagnia Teatrale Cerbero Teatro in previsione dello spettacolo: Oblio.
Lo spettacolo rientra nella rassegna teatrale Ex Temporaneo e si terrà negli spazi artistici di Officina Giovani venerdì 3 Dicembre alle ore 21.00.
"Il nome Oblio si riferisce alla legge sul diritto all’Oblio, il diritto di ogni individuo ad essere dimenticato, a non essere più ricordato per fatti di cronaca del passato che potrebbero avere ripercussioni sulla propria vita privata. Questa legge negli anni è risultata complessa da applicare sul web, in particolare per le vittime di slut-shaming e revenge-porn, destinate a rimanere per sempre 'marchiate' nella memoria virtuale. Finalmente, nel mese di luglio 2019, il Garante della Privacy ha stabilito che il diritto all'oblio possa essere invocato partendo da dati presenti sul web che rendano una persona identificabile, anche quando non si tratta di nome e cognome".
"Suscitare nel pubblico una riflessione sul tema giudizio e in particolare sul pregiudizio di genere, sul fenomeno dello slut-shaming, che di quel pregiudizio è una delle manifestazioni più violente, e sul ruolo dei nuovi media in queste dinamiche sociali.
Questo lavoro mi ha dato la possibilità di analizzare a fondo e di parlare di un fenomeno che sento mi riguardi in prima persona, che ha a che fare con la libertà e che ho sentito la necessità di sviscerare, oltre che teatralmente anche in una tesi in psicologia sociale"
"Oblio è una performance interattiva, in cui il pubblico è chiamato a partecipare attivamente selezionando, secondo il proprio giudizio, le scelte migliori per la protagonista. Questo giudizio siamo abituati a vederlo sui social, sul web, nei commenti lasciati con una leggerezza disumana, che per la persona direttamente interessata diventano macigni. Il nostro esperimento vuole eliminare lo schermo che divide la vittima dal carnefice, mostrare quello che si nasconde dietro l’immagine di un meme o una foto profilo. Tutti possiamo essere le vittime e tutti siamo carnefici anche involontariamente. L’unico modo per eliminare il pregiudizio, è rendersi conto dei meccanismi inconsci che si attivano in noi nel crearlo. Vogliamo portare alla coscienza quello che di solito è un processo automatico, da involontario a consapevole."
"Il fenomeno dello slut-shaming, in realtà esiste da tempo immemore, e si riferisce all'atto di insultare, giudicare, umiliare o criticare una donna a causa del suo comportamento sessuale o del modo in cui si veste che può essere considerato provocatorio. Questo fenomeno sociale ha radici molto profonde e cambia in base al tipo di società e da cultura a cultura. Nella nostra società certi modi di pensare e di parlare soprattutto sono così radicati che il fenomeno diventa invisibile nascosto all’interno di una normalità che prevede standard diversi in base al genere. Una donna forte è una donna con 'le palle', un uomo debole è una 'femminuccia'. La visione e i canoni sono completamente diversi tra uomo e donna soprattutto in ambito sessuale. Questa imposizione di due copioni differenti che la società impone è tale che la sessualità delle donne è circoscritta e soggetto al controllo sociale, mentre la sperimentazione sessuale e i partner multipli permettono agli uomini di mostrare simbolicamente la mascolinità e il privilegio maschile. Così il senso di colpa che le donne portano con sé è costante e cronico. Internet ha soltanto amplificato il fenomeno per una questione di diffusione rapida di immagini e contenuti. Ma i problemi di base restano gli stereotipi e i pregiudizi."
Cristel Checca - Cerbero Teatro
Per maggiori informazioni sullo spettacolo
Lorenzo Napolizzi - ERBA magazine
Punto Giovani Europa