Wolfwalkers - Il popolo dei lupi


'Wolfwalkers - Il popolo dei lupi', è un film del 2020 diretto da Tomm Moore e prodotto dallo studio d'animazione irlandese Cartoon Saloon, rispettivamente il regista e la casa di produzione di 'The Secret of Kells' e de 'La canzone del mare', e come i precedenti lavori è un lungometraggio animato in tecnica tradizionale che si distacca dal gusto giapponese e americano che dominano il mercato dell'animazione.

La storia del film è molto chiara e semplice, trae spunto della storie del folkrore irlandese, non a caso, il racconto si apre in una cittadina rurale dell'Irlanda del '600 la quale è in continua espansione, tagliando gli alberi della foresta vicina ma, a proteggere tale foresta vi è un branco di lupi comandato da due Wolfwalkers, essere umani in grado di utilizzare magie antiche di guarigione e che durante il sonno diventano dei lupi.

 

La giovane protagonista Robyn entrerà in in contatto con una bambina delle due creature Mebh, che si rivela essere solo una bambina che difende il branco dal continuo avanzare dell'uomo nel mentre attende il ritorno della madre, allora le due ragazze si promettono di ritrovarla così da poter fare scappare in pace la due Wolfwalkers e i loro lupi.

 
 

La trama è un classico ormai consolidato, il rapporto conflittuale tra l'uomo e la natura, ricordando per alcuni tratti 'La principessa Mononoke' dello studio Ghibli, non per questo il film è banale, anzi riesce a dare degli scorci piuttosto interessanti sulla vita cittadina e l'oppressione che viene imposta abitanti del villaggio contrapposta alla completa libertà della foresta.

 

Un film d'animazione che riesce a far aprire gli occhi su altre realtà che ereditano la forza dei classici Disney ma la sconvolgono con un stile tutt'altro che disneyano e con ambientazioni immersive e mozzafiato.

L'eccellente gusto estetico della pellicola è ciò che coinvolge di più e che affascina qualsiasi tipo di pubblico, poiché nuovo, fresco e fa della decostruzione e della semplicità un punto di forza enorme.

 
 

Il film non ha profondità, i fondali e i piano sono piatti come i personaggi che riescono a risaltare grazie al loro iconico character design, tutto ciò però risulta fin da subito come un elemento stilistico poiché ben costruito e contestualizzato, inoltre i colori e la colonna sonora valorizzano ancora di più le ambientazioni già eccelse.


Lorenzo Falconi - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 2/12/2021

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