Alone


Alone è un thriller del 2020 tratto da Gone del 2011, è diretto da John Hyams e scritto da Olsson, l'autore del film originale, e con questo lungometraggio riescono a ribaltare alcuni dei clichè più preponderanti del genere.

Il film si apre con la protagonista Jessica che inizia un viaggio in macchina per trasferirsi in un'altra regione poiché ancora troppo addolorata dalla recente perdita del marito morto sucida.

Durante il viaggio incontra un autista che rischia di farle fare un incidente stradale, più tardi si accorge di essere seguita da lui e nel tentativo di fuggire perde il controllo del veicolo, a causa di una gomma lacerata, e viene catturata dall'uomo.
Se l'incipit di trama può sembrare banale e comune, i protagonisti con le loro reazioni e scelte sono ciò che fanno la differenza.

 

I personaggi a cui ruota attorno la storia sono appunto Jessica e il rapitore Eric, ed entrambi presentano una caratterizzazione 'atipica' rispetto ai classici thriller.

Già all'inizio, quando la protagonista incontra l'uomo, lei ne è subito intimorita e andando avanti questo timore si trasforma sempre più in paura in modo graduale e coerente, poi la figura di lui non trasmette inquietudine per l'espressione o altro ma è la scena stessa ogni qual volta lo incontra e farti capire che l'uomo è sospetto.

 
 

Se l'inizio ha già qualche spunto più originale ma prosegue in modo regolare dal risveglio nella casa dell'uomo, il film prende una piega inaspettata, Jessica riesce a scappare praticamente subito spezzando così il film e rendendolo quasi più d'azione e non più thriller, infatti questo è un grosso punto a favore del film ovvero, il nemico è fallaceo, non una presenza imponente e inevitabile, è proprio grazie ai suoi errori e il suo sottovalutare la ragazza che le permettevano sempre di sfuggirgli.

Gli attori dei due personaggi principali, Jules Willcox e Jonathan Rasenthal, riescono a interpretare alla perfezione il ruolo, la prima con un'espressività molto azzeccata e carica che trasmette molto anche l'evoluzione che Jessica fa durante questa fuga, e Rasenthal poi con la sua presenza che trasmette una sorta di tranquillità ma che si trasforma in inquietudine con l'atmosfera e la sua espressione esageratamente 'pacata'.

 

Sul lato registico John Hyams fa un lavoro preciso, valorizza il fomento delle scene d'inseguimento con la camera a seguire molto tremolante e angosciante nei movimenti, mostra poi l'ambiente boschivo molto soffocante e inquietante nella sua vastità di rami e alberi che bloccano la vista dello spettatore e della protagonista.

Il film nello svolgimento rimane molto lineare con pochi colpi di scena se non la scena finale sulla pianura dove si raggiunge il climax massimo del racconto.

 


Un thriller con personaggi più concreti e realistici nella loro caratterizzazione e nella loro interpretazione, circondati da un'atmosfera ansiogena che fa rimanere col fiato sospeso fino alla fine.


Lorenzo Falconi - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 3/2/2022

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