Dopo aver perso ore nel cercare un parcheggio a distanze sempre più siderali, riusciamo ad arrivare infine all'Auditorium Flog. La serata sembra di quelle interessanti: l'autore del disco della settimana per 'Il Venerdì de La Repubblica' Samuel Katarro e i Diaframma, pietra miliare della scena italiana '80-'90.
Entriamo che Samuel è già sul palco: un ragazzino con una chitarra e un amico ad accompagnarlo. La voce è buona ma le canzoni sono da dimenticare. Mentre sorseggiamo una birra, Samuel ci subissa per un'oretta di mugugni, urla improvvise e stacchi insensati. Un'estremizzazione del suo album che facciamo proprio fatica ad apprezzare e che mina seriamente la nostra resistenza.
Il palcoscenico si svuota e ci prepariamo all'arrivo dei Diaframma. Il pubblico è aumentato e si stringe sempre più attorno al palco: presto verrà spazzato da turbini di parole, riverberi e crunch altamente retrò. Appena entrati s'instaura in me il terrore di venire investito da due ore di suoni vecchi e sgradevoli, ma le mie paure si dissolvono già alla prima canzone. Il poeta-compositore Federico Fiumani, leader storico del gruppo nonché unico superstite della formazione originaria, smussa, reinterpreta e ripropone i pezzi più famosi della sua carriera sotto una nuova luce.
Seguendo la filosofia della sua raccolta 'Passato, presente', Fiumani afferma la non discontinuità del suo percorso musicale che si presenta mutevole e sempre attuale. Inoltre i suoni hanno perso gran parte delle caratteristiche proprie degli anni '80 lasciando solo qualche gradevole eco negli usi degli effetti e nelle ritmiche. Così epurato il concerto scorre gradevolissimo, senza tralasciare niente. Il pubblico, che per l'occasione appare più attempato rispetto allo standard del locale, segue con entusiasmo e da prova di grande conoscenza del repertorio della formazione fiorentina cantando ininterrottamente tutti i loro testi.
Tra le mitiche canzoni di Siberia (l'album più famoso del gruppo), tra cui spiccano l'omonima 'Siberia' e la versione di 'Amsterdam' (ormai storicamente cantata insieme a Piero Pelu), e altre famosissime pietre miliari come 'Vaiano', 'Labbra Blu', 'L'Odore Delle Rose' e 'Blu Petrolio', il concerto regala un susseguirsi di emozioni. Guardando negli occhi il pubblico e ascoltando i testi dei Diaframma è facile e bello immaginarsi la scena musicale new wave di venti anni fa. Ma il passato non è il luogo di questo gruppo che ha dimostrato tutta la sua attualità e capacità di mettersi in gioco. Quello che ci è stato presentato è dunque uno spettacolo che trae la sua forza dalle radici ma che si rigenera in forme sempre nuove e interessanti donando un esempio di stile, concretezza e freschezza che dovrebbe essere preso di riferimento dai nuovi giovani emergenti come, per esempio, il nostro caro Samuel Katarro.
Voto
Samuel Katarro: 4
Diaframma: 7
Federico Trentanove - ERBA magazine
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