Francia. Un soleggiato lunedì mattina di Novembre.
Oggi è
il giorno di riposo del Bureau d’Information Jeunesse della piccola città di
Mérignac vicino Bordeaux in cui lavoro da qualche giorno. Mi sono svegliata con
calma, fatto colazione con un delizioso chocolatine (pain au chocolat) e ora
bisogna organizzare qualcosa da fare durante la giornata, ma cosa posso fare? Ho
già visitato il bacino di Arcachon e visto Pilat, la duna più alta d’Europa,
sono andata a Saint-Émilion piccolo borgo medievale dove si produce tanto buon
vino e visitato le maggiori attrazioni di Bordeaux compreso lo spazio Darwin, un
«deserto urbano rinnovato» con ristoranti e diversi spazi polivalenti.
Mmm va bene
forse oggi è il caso che riordini un po’ il mio piccolo appartamento. Magari
nel pomeriggio posso fare una passeggiata nel parco di fronte e fare merenda
con un cannelé, tipico dolcetto di Bordeuax aromatizzato al rhum e alla
vainiglia. Oh ecco giusto la mia carta d’imbarco, ma aspetta un
attimo … come è possibile? Sono
arrivata qui il 22 di ottobre e siamo già a fine novembre, è passato solo
un mese?
Mi ricordo il giorno in cui sono arrivata con le mie due valigie pesanti di vestiti, entusiasmo e anche qualche chilo di paura. Non sapevo cosa aspettarmi esattamente. Avevo letto un post su Instagram di Officina in cui l’Ufficio di Informazioni Giovani di Mérignac cercava un volontario o una volontaria come supporto all’organizzazione di diverse attività, festival e nell’aiutare i ragazzi nelle loro scelte. Il progetto sembrava adatto alle mie competenze e mi sono candidata. Voilà poi eccomi in Francia come volontaria europea grazie a European Solidarity Corps. Volevo viaggiare, imparare una lingua, una cultura nuova, avere una visione di quello che mi circonda più aperta e non c’è stata scelta migliore di questa. Sono stata accolta a braccia aperte sin dal primo giorno e mi sono sentita subito a casa, talmente a casa che lo stesso giorno del mio arrivo decido di andare a fare la spesa senza annotarmi il nuovo indirizzo di casa.
Se qualcuno mi chiedesse come sono stati i primi giorni risponderei senza dubbio una lavatrice di emozioni contrastanti, in bilico tra essere un’appassionata turista e cercare una stabile routine quotidiana. Ovviamente come in tutte le nuove esperienze ci sono state delle piccole sfide a volte semplici da affrontare altre un po’ più difficili. Il trucco per non lasciarsi abbattere, specialmente quando il limite può essere una nuova lingua o la lunga distanza da casa, è quello di pensare alla grandissima opportunità che abbiamo di scoprire, riscoprirci e conoscere. Mettere in standby per un periodo i miei studi universitari, allontanarsi dagli affetti più cari cane compreso e partire è stata davvero la scelta migliore che potessi fare. Da quando sono arrivata ho riscoperto valori umani che avevo dato un po’ per scontato come ascoltare con più attenzione il prossimo e non avere paura delle differenze.
Ops si é fatta l’ora
dell’aperitivo, ora vado a bere un bel bicchiere di vino con i miei nuovi
amici.
Saluti,
Adriana
Per maggiori informazioni sui Corpi Europei di Solidarità: ESC