Chi da piccolo non si è lasciato incantare dal fascino delle bolle di sapone? A pensarci bene un semplice gioco racchiude dentro di sé un alone magico che permette alla fantasia di librarsi, volteggiando nell'aria. E volano le bolle di sapone e improvvisamente si dissolvono rivelando la loro fragile consistenza...
Il teatro è bello perché porta in scena la creatività e non sempre per fare spettacolo occorre rappresentare testi complessi e impegnati. Anzi a volte la semplicità si rivela più efficace e arriva più velocemente al cuore delle persone. E allora perché non ideare uno spettacolo che non ha come protagonisti personaggi reali ma...bolle di sapone? Pep Bou porta in scena al teatro di Rifredi, 'Il Mago delle bolle di sapone', divertendosi ad interagire con bolle di sapone create con tubi, dapprima piccoli poi sempre più grandi, e trastullandosi con esse, facendole roteare nell'aria. Uno spettacolo che ad ogni replica è diverso perchè le attrici in questione possono scoppiare da un momento all'altro, ma sembrano avere un carattere e dei sentimenti come veri e propri personaggi. E qualcuno ha mai provato a soffiare del fumo dentro una bolla di sapone? La bolla si trasforma in una sfera bianca e, con una luce colorata, l'effetto scenico è assicurato.
Pep Bou si rivela un simpaticone fin dal primo sketch in cui entra in scena in camicia da notte e papalina in testa, richiamato immediatamente all'ordine dal suo aiutante burlone. L'artista catalano nasce come attore e mimo e la sua formazione di architetto, appassionato di arti visive e sperimentatore degli spazi effimeri e delle forme duttili, lo spinge a fare un tipo di teatro sicuramente originale, alternando sketch mimici alla favola prodotta da questi ectoplasmi multiformi.
Bou utilizza anche due racchette da tennis senza corde che, inzuppate in un secchio di detersivo e abilmente maneggiate, producono delle gigantesche bolle di sapone che, ondeggiando sul palco e avvolgendo l'artista, rivelano tutte le sfumature cromatiche. I bambini in sala apprezzano lo spettacolo che è divertente, anche se sembra mancare qualche guizzo sul piano della spettacolarità.
Il senso dello spettacolo è sintetizzato nelle parole finali che Pep Bou rivolge al pubblico di Firenze, che definisce meraviglioso, puntando l'indice verso una maggiore attenzione, da parte dei governanti, a questo mondo fragile e auspicando che le bombe sparate dagli aerei siano sostituite con bolle di sapone.
Lorenzo Gironi - ERBA magazine
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