Gli Animal Collective scelgono Firenze e più precisamente il Viper Theater come prima delle tre tappe italiane della loro tournée internazionale (le altre due saranno a Roma e a Milano). Un arrivo che è stato preceduto dall'uscita di un album eccezionale come Merriweather Post Pavilion e da un bellissimo singolo («My Girls»), ancora poco conosciuto in Italia. Infatti la platea del Viper è composta in maggioranza da un pubblico anglofono (per lo più americani) che, sfidando la proibitiva cifra d'ingresso di 20 euro, riempie quasi interamente il teatro fiorentino.
Sul palcoscenico spiccano tre cubi luminosi con sopra moltissimi apparecchi elettronici e una miriade di cavi a collegarli. Il pubblico è ancora in gran parte fuori quando gli Animal Collective fanno la loro comparsa: sul palco si presentano tre anonimi ragazzini vestiti con pantaloni larghi e T-shirt. Eppure la band del Maryland sfodera tutta la loro maturità riuscendo ad esaltare le loro singolari caratteristiche ed a coinvolgere, fin dal principio, gli spettatori presenti. Il gruppo inizia subito con la potentissima «In the Flowers» (prima anche nel loro album) per passare alle melodie psyco-dance di «Summertime Clothes». Il concerto continua con pochissime pause: tante sono le canzoni dal nuovo album (tra le altre «Daily routine», «Guys Eyes», «Brother Sport»), ma altrettanti sono gli affondi nel passato (non mancano le celeberrime «Fire» e «Peacebone»). Gli Animal Collective si concedono poche pause e legano assieme la maggioranza delle loro canzoni; ma è proprio questo il primo degli elementi penalizzanti del concerto: nel cercare questi legami il gruppo temporeggia troppo e lascia grandi spazi di riflessione che smorzano il patos dell'esibizione. Le perle che hanno così magistralmente costruito nei loro dischi vengono quindi a diluirsi e annacquarsi in un continuum sonoro che non aggiunge niente alla performance. Così disperse, le canzoni perdono l'incisività che le caratterizza: incisività penalizzata anche dalle caratteristiche luogo. Per tenere alta l'attenzione e il coinvolgimento del pubblico, in un concerto che presenta un set di ballabili canzoni elettroniche mixate, il gruppo avrebbe avuto bisogno di un appoggio visuale migliore di quello offerto dal Viper. Il locale era troppo illuminato, sia dal bar che non ha divisori con la sala, sia dalla stessa cabina di regia dalla quale spuntavano troppe luci e mal direzionate. Per questo e per la mancanza di un accurato lavoro visivo (bella l'idea della proiezione di immagini sulla palla gigante, ma queste erano troppo sbiadite e poco luminose per essere d'effetto) il concerto risulta ancor più penalizzato e certamente non al livello degli straordinari album che questa band ha all'attivo.
Gli Animal Collective si portano dietro un curriculum di album e canzoni eccezionali ed è un peccato che il concerto non sia stato all'altezza delle aspettative create. Speriamo che per la prossima tournée gli Animal Collective ottengano un maggior budget e ripensino la dinamica live per portarla al livello delle loro uscite discografiche che sono, a mio parere, tra le più interessanti degli ultimi anni.
Voto: 6,5
Federico Trentanove - ERBA magazine
Punto Giovani Europa