La cultura del writing: un'arte di strada

di Anna Tapia

 
murales di Gnob e PE
murales di Gnob e PE
 

Idee e spray sono gli strumenti essenziali per realizzare un'opera su qualche muro della città. Le prime pitture murali risalgono all'epoca della preistoria, ma mentre i murales nascevano tanti secoli fa, l'arte dei graffiti nacque negli USA durante gli anni '60-'70. All'inizio erano solo firme per delimitare il territorio fra le varie bande rivali. Concretamente negli anni sessanta, nel quartiere newyorkese del Bronx, i graffiti diventarono una forma di dissenso manifesta contro il sistema politico statunitense, che in quel momento affrontava la guerra in Vietnam. Dipingere sui muri era reato ma questo divenne un modo per prendersi gioco delle autorità. In seguito il writing si diffuse per tutti gli Stati Uniti, per poi svilupparsi in tutto il mondo con peculiarità diverse in ogni paese. Dalle semplici tag si sono sviluppati diversi e sempre più evoluti stili, tanto che oggi possiamo parlare di una vera e propria "arte del writing" e molti graffitari sono arrivati ad esporre in galleria.

La prima tag a comparire sui muri di New York fu quella di Taki183, qui i numeri accostati al nome servivano da coordinate geografiche che indicavano la via o il quartiere di appartenenza del writer. Nel corso degli anni Settanta, il graffitismo si diffuse in Europa ed iniziano a farsi luce artisti come Keith Haring e Jean Michel Basquiat che ben presto entreranno a pieno titolo a far parte del circuito dell'arte internazionale.

Un capitolo a parte ma di grande importanza è il rapporto che lega l'arte di strada ed il graffitismo con il design e la pubblicità. Proprio a partire dalla fine degli anni Novanta i graffiti diventano un vero serbatoio di esperienze comunicative ed artistiche da cui attingere per la comunicazione commerciale.

Oggi il graffitismo ha raggiunto un compromesso con la società e si è convertito in un strumento quasi legale per dare libero corso alla creatività ed alle ribellione giovanili. Un esempio locale di creatività diventata legale è il progetto "Muri legali" promosso dall'Osservatorio Politiche Giovanili del Comune di Prato; il progetto appartiene al network "Murarte", ideato dal Comune di Torino, che prevede la destinazione di alcune superfici murarie ad interventi artistici da parte dei writer della città - a questo circuito hanno aderito anche le città di Bolzano, Scandicci (Fi) e Orbassano (To). Cominciato nel gennaio dello scorso anno, l'idea del progetto "Muri Legali" di Prato è fornire i giovani di un luogo, in questo caso un muro, per sviluppare la loro vena creativa senza rischiare multe oppure denunce, così come il fatto di prendere coscienza della differenza tra ciò che è pubblico è ciò che è privato. Questi muri "legali" sono il risultato di una serie di accordi con gli industriali e i commercianti pratesi che metteranno a disposizione i muri di alcune fabbriche della città. Inoltre, ogni graffitaro ha bisogno di un tesserino e di un'autorizzazione del Comune di Prato per poter dipingere. Inoltre, devono rispettare un regolamento composto da diversi punti basilari per realizzare il writing. Attualmente sono circa una cinquantina i ragazzi che hanno aderito al progetto.

Oltre a dipingere, per potenziare la conoscenza della cultura "graffitara", due dei writers pratesi più conosciuti, Gnob e Jpeg, hanno insegnato ai bambini di una scuola pratese la street art ed il writing. Quindi i bambini hanno messo in pratica quello che hanno imparato su un muro della scuola con le indicazioni dei graffitari. Ogni classe della scuola ha partecipato al writing con minore o maggiore difficoltà nella realizzazione di un grande arcobaleno come dimostrazione del fatto che la street art è una cultura aperta e senza frontiere.

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016