Ho un amico che conosco bene ormai da anni, si chiama Alessandro, anche se quel "ssandro" ci pare un po' di troppo a tutti. È un ragazzo tranquillo, generoso, socievole, di aspetto piacevole: alto, biondo, occhi azzurri, ma c'è un appunto da fargli: se alza un po' troppo il gomito può far succedere qualsiasi cosa, a volte sembra che abbia delle capacità mistiche tipo i santoni.
Non è che sono le situazioni che lo avvolgono, è più lui capace di avvolgere tutto quello che lo circonda, come una bobina, e creare caos. Diciamo che se ci fosse un incidente stradale e passasse lui ubriaco, forse tornerebbe tutto alla normalità oppure in questo caso non escludo nemmeno l'ipotesi di un 'buco nero spazio-temporale'. Oltre al caos e alla distruzione fa delle figure di 'non si può dire' clamorose, tipo da farsi ibernare dalla vergogna e farsi scongelare qualche era dopo.
La cosa fantastica è che il giorno dopo, il dialogo è sempre più o meno questo:
"Ale, ma ti rendi conto cos' hai combinato ieri?"
"Ieri?? Perché, scusa, dove siamo stati ieri?"
"Non ti ricordi nemmeno dove siamo stati????"
"Sì, all'inizio sì..."
"Sì, quando sei uscito di casa..."
Vabbè, ma non siete curiosi di saperne qualcuna?
Sì??, Ah, d'accordo, parto con questa, però non ditemi poi che esagero.
Cosa? Sono leggende metropolitane? No, il brutto è che sembrano leggende, ma purtroppo sono storie vere!
Era un tranquillo sabato invernale e Ale ripeteva ogni dieci minuti "Fa un po' freddino, mi sa che prendo un'altra birra doppio malto". Era solo alla quarta, quindi non potevamo obiettare. Passano due ore, c'è chi balla all'interno del locale, c'è chi ci prova con qualche ragazza, c'è chi prende dei rimbalzoni, chi no, c'è chi fuma qualche 'sigaretta truccata'... e c'è Ale, lì, fermo (quasi fermo), con la birra che gli scende in gola tipo le statuette del presepe che buttano l'acqua di continuo dalla brocca al fiume, ecco, lui invece buttava birra dal bicchiere alla bocca. Mi avvicino e lo sento : "Ih, mi sa che non fa più, ih, tanto freddino, ih, mi fa quasi caldo, qui ci vuole, ih, una bella birra fresca".
"No - gli dico- te ora vieni fuori con me a prendere una boccata d'aria".
Dopo qualche minuto di battibecchi - io sembrava parlassi più che altro col suo singhiozzo - riesco a trascinarlo fuori.
Passano dieci minuti (era totalmente ubriaco) e oltre ai minuti passa una macchina, una station-wagon grigia, un po' vecchiotta.
Si ferma a tre metri da noi, che per poco non ci schiaccia le scarpe e il vetro del guidatore si abbassa lentamente dato anche il freddo che aveva ghiacciato leggermente le guarnizioni e... Tadadadan... un uomo sulla cinquantina urla sommessamente:
"Ma come sei briaco, ma che puoi andare a giro così?"
"Certo - fa Ale, anche con tono strafottente- posso sì, sono a piedi, mica in macchina. Cosa vuoi? Che poi mi sa che io ti conosco a te, non mi prendere in giro, capito? Che se poi ti ribecco lo vedi".
Finita la frase avrei voluto sotterrarmi e l'uomo immobile in macchina era incredulo almeno quanto me.
Ale mi guarda e mi chiede:
"Ma perché, te lo conosci?"
"Sì, lo conosco sì Ale... è il tu' babbo!!!!"