Aperitivo o tapas?

di Anna Tapia

 
Vassoio di birra e tapas spagnole
Fonte: http://www.asiacoffee.it/comer-tapas-sevilla.jpg
 

Da sempre Italia e Spagna sono associate per le loro abitudini simili che hanno origine dalla cultura mediterranea, radicata in entrambi i paesi. Godere del cibo, uscire per strada e chiacchierare con gli amici sono tradizioni che accomunano italiani e spagnoli. Inoltre, il clima gradevole, il sole ed un carattere estroverso facilitano questo modo di vivere. Per quanto riguarda il cibo, in gran parte della Spagna è tradizione prima di pranzo fermarsi nei bar e mangiare "tapas" - antipasti tipici della cucina spagnola. Se la tradizione di "ir de tapas", anche detta "el tapeo", in Spagna è diffusa in quasi tutta la penisola, in Italia esiste qualcosa di simile chiamato "aperitivo". Ma in tutte le cose simili, ci sono sempre, a ben guardare, delle differenze.

La bevanda che spesso accompagna la "tapa" oppure il "pincho" è normalmente un bicchiere di vino, ma in regioni come l'Andalusia o nella zona di Madrid è abitudine accompagnare lo spuntino con la birra. Di solito si serve la "tapa" gratuitamente quando un cliente ordina da bere. In Italia, invece, si bevono vari cocktail - come il Margarita o il fiorentino Negroni - ma è possibile fare aperitivo anche con il vino o con la birra. Per poter degustare i diversi piatti preparati per l'aperitivo che si trovano solitamente sul bancone del bar, i clienti devono pagare un po' di più per la bevanda. Mentre qui in Italia si fa aperitivo trascorrendo il tempo a disposizione in un unico locale, il "tapeo" è un'abitudine raminga che consiste nell'andare in diversi locali accompagnando una "tapa" con un bicchiere di vino o birra in ognuno di questi. Inoltre, come l'aperitivo, il "tapeo" si fa con gli amici ed è comune pagare a turno il giro di bevute: in ogni locale un diverso componente del gruppo. È un rituale molto diffuso, e se qualcuno si lamenta di dover pagare il giro di tapas sarà mal visto dal resto del gruppo.

 
L'origine del "tapeo" in Spagna risale al secolo XIII, quando il re Alfonso X di Castiglia ordinò che nelle osterie castigliane non si servisse vino se non accompagnato da qualcosa da mangiare. Questi stuzzichini si collocavano sopra la brocca o il bicchiere di vino e per questo motivo hanno preso il nome di "tapas" - dal verbo "tapar", in italiano "coprire" -. Consistevano generalmente in una fetta di prosciutto crudo, di salame o di formaggio e avevano lo scopo che che il vino non salisse subito alla testa. Si dice anche che questo spuntino prima di pranzo servisse ad aumentare l'entusiasmo, grazie all'alcol, nel momento di tornare a lavoro nel campo o nelle botteghe artigiane. È documentato anche che queste fette di prosciutto servissero per impedire che le zanzare e le mosche entrassero nel bicchiere o affinché non si depositasse la polvere al suo interno. Oggi le "tapas" si sono diversificate moltissimo e ne esistono per tutti i tipi di palati.

In Italia, nell'antichità molti popoli facevano precedere alla cena una bevanda aromatica, più o meno alcolica. Lo scopo era stuzzicare l'appetito, ma era anche un momento di incontro. Nell'antica Roma veniva consumato il mulsum, una bevanda a base di vino e miele. Con il tempo, alla bevanda si sono aggiunti i classici salatini, verdure o cibi più elaborati. In seguito nella regione di Torino un aperitivo più moderno è diventato di consumo popolare, grazie ad Antonio Benedetto Camparo, che nel 1786 ha inventato il Vermouth, prodotto con vino bianco addizionato ad un infuso di oltre 30 tipi di erbe e spezie. Poi, negli anni '90 dello scorso secolo, l'aperitivo è divento una moda più raffinata con l'apertura di locali lussuosi dalle superfici sterminate e buffet ricchissimi. Da subito, l'aperitivo si è allungato temporalmente, tanto che spesso la cena viene completamente sostituita da quest'ultimo.

In entrambi i casi gli amici, in piedi o seduti, godono di questi momenti raccontandosi le ultime barzellette e affrontando i più complicati problemi politici, economici e, immancabilmente, calcistici.

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016
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