E' un'arte sviscerale ed immediata che si pone tenacemente su di un piano ironico. Un'arte che sembra, appare e poi diviene: così si potrebbe definire la ricerca artistica di Michele Giangrande.
Lavori che appaiono "facili" quasi superficiali-pubblicitari ed invece sono squisitamente concettuali. E' la nitidezza della resa, dei materiali prescelti (spesso di scarto, di secondo uso o basicamente commerciali) che confondono il fruitore, il quale se si sofferma invece bene, già dai titoli preposti e dati si denota una padronanza dialettica-concettuale.
Sarà tenacemente presente nella mostra collettiva dal titolo Ad Librandum: libri dipinti, libri d'arte e d'artista che si svolgerà a Vicenza dal primo al 29 novembre prossimo. L'opera prescelta si intitola "Diario" (cerrotti su oggetto di dimensioni reali). In questo elogio dell'ingegno c'è l'essenza ed il fulcro di questo strepitoso artista.
Vi invito però realmente a snocciolare, a ricercare attraverso il sito medesimo dell'artista altre sue opere come:"Torre di Babele", "Capelli di artista", "Nido", ecc. Sorprende poi sempre l'abilità a modulare, a rendere sempre belle ed assai interessanti le sue opere anche esteticamente parlando.
E' come se Michele Giangrande avesse realmente trovato un' esistenza contemporanea parallela, ovvero un proprio taglio visivo di essa e con generosità ce la elargisse di volta in volta.
Valeria Lombardi - ERBA magazine
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