Dai primi giorni di settembre, il Museo del Tessuto di Prato, ha tappezzato la città con cartelli e manifesti pubblicitari per la prestigiosa mostra che ospiterà fino al prossimo 10 gennaio.
Lo stile dello Zar rappresenta, infatti, un evento di spicco per Prato, storicamente capitale del settore tessile. Capace di riunire oltre 130 opere diverse tra abiti, tessuti, dipinti e provenienti dai musei dell'Ermitage, del Cremlino, la Galleria Palatina, i Musei civici di Venezia, Palazzo del Principe di Genova, il Museo di San Pietroburgo. Non mancano, però, opere esposte anche nei "nostri" Polo Museale Fiorentino, Museo del Bargello e nella Galleria degli Uffizi.
Al momento dell'acquisto del biglietto viene subito offerta la possibilità di usufruire dell'audioguida per seguire, sezione per sezione, tutti i criteri delle esposizioni ed i legami tra Italia e Russia tra il XIV ed il XVIII secolo nell'interscambio di prodotti e nella contaminazione artistica.
Subito si inizia a familiarizzare con l'ordito, la trama e tutti i funzionamenti della tessitura, grazie ad un primo corridoio che permette di toccare con mano (nel vero senso della parola) seta, cachemire, angora, e tante altre varietà di filato.
Dopo questa prima "infarinatura", si entra nella prima sezione della mostra. Qui siamo a contatto con la prima metà del 1300 e con l'arte rinascimentale. Spiccano le figure di aquile, grifoni e uccelli che volteggiano tra melograni ed elementi decorative.
Salendo le scale si arriva alla seconda sezione che si "appesantisce" di velluti, pietre preziose, ori... Siamo ai paramenti sacri e all'affermazione della Chiesa come istituzione prestigiosa e sovrana. Sempre in questa sezione si spiega quali siano stati gli scambi commerciali tra la Russia e l'Italia (soprattutto la Toscana). Videoproiezioni e mappe d'epoca mostrano questi interscambi realizzati grazie ai porti di Caffa e Tana. Assistiamo a trionfi di ermellini, volpi, zibellini, topazi, rubini, zaffiri, e tante altre pietre preziose.
Subito dopo ci viene offerta la possibilità di immergersi nella nobiltà orientale con indumenti ed accessori della fine del XVII secolo. Immancabile, l'ultima sezione della mostra, dedicata alla contaminazione del gusto italiano che influenza quello russo, francese e moscovita.
Gli spazi del Museo del Tessuto sono come avvolti in una nube di mistero e silenzioso rispetto. L'esposizione è perfetta. Ci si muove tra i chiaroscuri voluti dagli architetti Guicciardini & Magni. Luci ed ombre avvolgono il visitatore con molte proiezioni sulle pareti ed ombre riflesse sui pavimenti. Le protezioni sono leggere; teche di vetro che lasciano ammirare le opere senza farsi notare.
Una mostra di livello e di prestigio per Prato, che ha tutte le carte in regola per imporsi a livello culturale come una delle principali città della Toscana e non solo. C'è stata la volontà politica di puntare sulla cultura, e queste iniziative ci sembrano davvero ottime concretizzazioni.
Marta Bencini - ERBA magazine
Punto Giovani Europa