Scritto da Stephen King nel 1978, Shining, fu riadattato da Kubrick per una versione cinematografica che comportò notevoli differenze rispetto alla versione letteraria. Difatti il regista sembra voler cogliere principalmente l'aspetto psicologico che ruota attorno alla figura del protagonista Jack Torrance, uno scrittore che accetta di trascorrere il periodo invernale all'interno dell'Overlook Hotel in qualità di custode, insieme alla propria famiglia costituita dalla moglie Wendy e dal figlio Danny. La speranza di Jack è quella di trovare la giusta ispirazione per poter superare la crisi creativa che sta attualmente attraversando e quindi concludere l'ultimo romanzo a cui sta lavorando.
Ma la permanenza dentro l'hotel trasforma lentamente i pensieri di Jack, dando vita ad una vera e propria metamorfosi, arrivando a catalizzare su di sé tutto il male che permane dentro l'hotel, congelato in quel terribile passato in cui Delbert Grady, un ex-custode, aveva fatto a pezzi la moglie e le figlie, togliendosi infine la vita. Nel film di Kubrick però non vediamo scene splatter che invece appaiono ridondanti in altri film del genere. Il suo è più un thriller 'psicologico' in cui il regista preferisce incentrare tutto sulla follia di Jack.
L'utilizzo della steadycam (una particolare macchina da presa che permette all'operatore di riprendere scene in movimento) che segue il piccolo Danny mentre col suo triciclo attraversa i corridoi dell'hotel è uno degli aspetti più inquietanti del film.
Ma le scene cariche di mistero e inquietudine sono molte e vengono magistralmente orchestrate dal regista con particolari inquadrature e con l'utilizzo di brani di musicisti come Ligeti (autore utilizzatissimo da Kubrick nei suoi film), Bartók, Penderecki ed altri ancora che conferiscono al film un'aria di intensa drammaticità e mistero.
Alcune curiosità sul libro e sul film: il libro venne inizialmente pubblicato in Italia con il titolo Una splendida festa di morte e solo dopo il successo del film venne definitivamente intitolato Shining. Inoltre la camera protagonista del libro è la 217, mentre nel film è la 237. Ma, come già detto, il film differisce notevolmente dal libro, e di questo lo scrittore ne fu contrariato, anche se obiettivamente ne è uscito un grande film da vedere e rivedere. Steven King ha basato la figura di Jack Torrance su se stesso.
Regia di Stanley Kubrick; con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers. USA 1980
Massimiliano Vintaloro - ERBA magazine
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