Sabato 20 marzo è stata inaugurata al museo Pecci di Prato la mostra Nobody knows di Paolo Canevari. In seguito alla presentazione nella sala conferenze, il numeroso pubblico ha potuto assistere alle performance dell'artista. Ovvero, all'interno della mostra sono stati proiettati dei video significativi del messaggio che permea dalle sale espositive.
Carri armati, piccoli uomini, una torta di compleanno, pneumatici bucati che richiamano piccoli Colosseo, la scritta Dio, Cristo appeso ad una ruota piuttosto che al consueto crocifisso, tutto rigorosamente di gomma.
La mostra di Canevari contrappone bene e male prendendosi gioco del mondo. Uno dei video, infatti, ci mostra l'artista sporco di sangue che gioca con tre cuori, un altro un bambino che gioca a calcio con un teschio. I due si prendono gioco della vita o forse i video vogliono significare come sia insignificante il peso che l'umanità dà alla vita stessa? Vediamo sparare ad una Bibbia, un teschio che prende fuoco affiancati a carro armati, ma anche ad un enorme lampadario fatto a missile a cui è riservata un'intera stanza. I bambini corrono divertiti, sul muro riverbera il luccicare del missile, sembra che l'intera stanza stia girando.
Non trascuriamo il filo conduttore della mostra: il pneumatico, ma non in quanto tale, ma in quanto ruota. Siamo noi tutti delle ruote, seguiamo un ciclo perfettamente circolare che prima o poi passa anche dalla morte. Il mondo è una palla. Una palla enorme su cui l'artista è seduto sopra. Una straordinaria personificazione dell'opera, in cui Canevari è un elemento di continuità con la sfera di gomma, "sono seduto sul mondo" sembra dire.
Allora quel "Nessuno sa" potrebbe continuare "che io so". Dietro alle opere, che solleticano la curiosità del pubblico, si cela un messaggio più sottile che ci porta a riflettere sulle dicotomie di bene e male, pace e guerra, vita e morte. La portata di questi argomenti viene poi filtrata dall'espediente del gioco.
Soffermiamoci, infine, su un'immagine in particolare: una lupa incatenata ad una ruota con su scritto "god", o una ruota con scritto "god" incatenata ad una lupa. Fatto sta, che abbiamo da una parte l'umanità figlia della lupa che è indissolubilmente legata a Dio, rappresentato dalla ruota. Altro elemento a conferma di questo legame è la scritta stessa che può essere letta "god" o "dog". Come se l'umanità e Dio fossero una cosa sola.
La mostra durerà fino al 1° agosto 2010.
Per informazioni: Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, telefono 0574 5317 o scrivere a info@centropecci.it.
Noemi Neri - ERBA magazine
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