Visioni reali, mica sogni

Le poesie di Helmut Morganti

 

 
Visioni. Così è intitolato il libro di poesie di Helmut Morganti, edito da Penalinea. Una prima fatica editoriale di questo eclettico personaggio, che negli anni passati ha trovato come espressioni più consone quella della pittura, della fotografia e della video arte.
 
Si tratta di una raccolta, ma non il solito banale sproloquio romantico. Sono poesie pulp, a tratti horror, tracciano un'inquietudine interiore spaventosa sia dell'autore, sia di quei fantasmi che risiedono al manicomio abbandonato di Volterra. Il loro dolore, il loro strazio sono palpabili in queste pagine, dà voce a figure orami sperdute anche dalla nostra mente: perché oggi, la poesia e i matti, sono quasi all'ultimo posto nei pensieri e nella società.

Morganti da molti anni, ha intrapreso questa ricerca in luoghi abbandonati, prediligendo vecchi manicomi: una scelta quasi psicanalitica, una scelta forte, che spinge verso i limiti che ognuno ha, per indagare l'autoconoscenza. Motivi personali e coraggiosi, di cui molti fanno volentieri a meno. Ed è questo uno dei maggiori problemi del presente, che siamo assuefatti da pensieri ridicoli, facendo posto al superfluo, caricando inutilmente la nostra anima.

Questo dell'autore, è un tentativo poetico ed esistenziale, riuscito. Le poesie non danno la soluzione, ma offrono domande, su cui tutti dovremmo riflettere.

La presentazione del libro si è svolta alla libreria Mondadori, domenica scorsa. A presentare e introdurre opera e poeta, Umberto Cecchi e Gabriele Lastrucci. Si è discusso di Dio, di allucinazioni, scritture automatiche, di Ulisse, del tempo, e di molto altro. Soprattutto che nelle parole scritte da Morganti, si possono trovare riferimenti a grandi scrittori, come Blake, Poe, Baudelaire, Kerouac; ma mai citazioni: è una poesia personale, magari graffiante e non sempre piacevole stilisticamente, però è unica. L'autore riesce nell'intento, che chiunque faccia tale mestiere persegue, e cioè ci fa emozionare, ci trasmette immagini forti, sporche e pulite insieme, ci comunica una propria condizione. Una condizione non solo sua, ma che racchiude le sofferenze di una società troppo superficiale, sola e lontana dall'ascoltarsi davvero e attentamente. Non sono poesie per tutti: sconsigliate a quelli che si rifiutano di capire. E se non volete che i vostri figli adolescenti s'impressionino, allora sono sconsigliate anche ai minori!



Eugenia La Vita - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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