Solcato da interminabili silenzi, catturati questa volta all'interno dell'ex Manifatturificio Tabacchi di Milano. L'artista Andrea Chiesi sembra per una volta immettersi con piacere in un'ambivalenza di territorialità che si denota ampiamente da quel connubio di voluti lavori: oli e disegni a china.
I primi sembrano soprattutto limpidi, dettagliatissimi, quasi intonsi. La scena raccolta sembra quasi quella di una dopo l'esplosione al reattore di Chernobyl... un'aria tersa, immagini quasi fossilizzate
(fogli a terra, telefoni, monitor di vecchia generazione), mentre è interessante vedere la resa dei disegni a china: assai più marcati, mossi, come se facessero affiorare un certo nervosismo interiore dell'artista. Il singolare titolo della mostra personale è Kryptoi, che per un'assonanza linguistica potrebbe far pensare a qualcosa di chiuso, stantio tipo una cripta ed invece l'accezione proviene da un'accezione greca che sta a significare ragazzi rasati, vestiti di nero che vivono ai bordi della città: dove sommariamente appunto in un altro tempo sono sorte tutte queste fabbriche, come l'ex-Manifatturicio Tabacchi (v.le Fulvio Testi).
Andrea Chiesi in questa mostra personale è come se ci regalasse un qualcosa di più profondo, meditativo, ritrovando però sempre costante il suo taglio.
Valeria S.Lombardi - Redazione ERBA magazine
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