Si è concluso domenica 12 settembre il Live Rock festival, la 5 giorni di musica ad Acquaviva di Montepulciano ad ingresso gratuito, giunta già alla 14esima edizione.
L'attrazione principale di quest'anno era senza dubbio l'ultimo concerto in programma, quello di Shantel. Il dj di origine serba residente in Germania è ormai all'apice della popolarità, per essere riuscito a portare la musica balcanica, già "divulgata" da Goran Bregovic, sui dancefloor di mezzo mondo con i suoi sapienti remix. Pare per esempio che in Argentina sia diventato una star di prima grandezza.
Da tempo gli "davo la caccia"; ricordo un concerto previsto alla Flog a Firenze, rinviato e poi annullato a causa (testuali parole scritte sull'avviso affisso all'ingresso dell'Auditorium), dell'ernia del disco (o della disco?) del suddetto.
Devo tuttavia premettere che il concerto è stato una parziale delusione. La Bucovina Club Orkestar è una band di tutto rispetto, nella formazione classica gipsy: tromba, trombone, tuba, fisarmonica, violino, con l'aggiunta del batterista. Shantel suona la chitarra e per la parte vocale si affida a due cantanti molto giovani, molto carine e molto truccate, una bionda e una mora, tecnicamente non eccezionali. Se da un lato è vero che da Disko Partizani del 2007 in poi, nelle ultime tre produzioni, l'abito "techno" è stato abbandonato a favore di arrangiamenti più vicini alla tradizione e alla dimensione live, dall'altro questa scelta penalizza l'esecuzione dei brani tratti dai precedenti volumi del Bucovina Club, proprio quelli più trascinanti e danzerecci, che avevano, diciamocelo, fatto "svoltare" il buon Shantel, in pista già dal 1987.
Il pubblico non è numerosissimo ma nel complesso entusiasta, è composto per lo più da teen-agers e under 25, che non perdono occasione per "pogare" a ogni accelerazione ritmica dell'Orchestra. Il magro Shantel è scatenato, si avvicina alle transenne come Marrazzo ai trans, e cerca il contatto coi fans, fino a scavalcarle e scendere in mezzo alla folla per cantare insieme una prevedibile O bella ciao.
Non posso fare a meno di notare però che gli over 25, diposti intorno al nucleo centrale dei pogatori imberbi, in confronto restano abbastanza "freddini" per un concerto che musicalmente dovrebbe avere la stessa carica (o quasi) di una performance dei Gogol Bordello. Evidentemente, chi, come me, ha avuto la fortuna di vedere i leggendari Mano Negra all'ex-Emerson nel 1991, è abituato troppo bene, mentre Shantel ha sì imparato a padroneggiare il pubblico, ma non è un animale da palcoscenico. E così il concerto scorre piacevole ma senza scosse eccessive, tra un assolo di violino e un "fuck off Berlusconi!" gridato al microfono, attingendo principalmente al repertorio degli ultimi album: Citizen of planet Paprika, Usti Usti Baba (cantata molto meglio dalla nostra Ginevra Di Marco), Disko Partizani (dove il Vostro Affezionatissimo si sgola in un ripetuto "Partizani Rezziani !!!"), Disko Boy ecc. Certo, è impossibile rinunciare a Duj Sandale, resa famosa dalla più vivace No Smoking Orchestra di Kusturica, o a Bucovina, ma in genere i brani strumentali, che sono anche quelli più belli, come per esempio Dunarea o Disko di Boban Markovic, sono inspiegabilmente omessi.
Il ricordo più bello alla fine è l'inatteso e dolcissimo sorriso che la cantante "zlatkina" mora mi rivolge quando le mostro la mano con pollice, indice e medio stesi, simbolo della vittoria della Serbia durante la guerra in ex-Jugoslavia, gesto non proprio politically correct.
Roberto Becattini - ERBA magazine
Punto Giovani Europa