Alberto Mariotti, in arte Samuel Katarro, è un venticinquenne ragazzo di Montale (Pistoia) che si è imposto da poco sulla scena musicale nazionale.
Per il suo personalissimo stile rock che lo contraddistingue è già stato premiato con il suo primo album: Beach Party (2008). Un disco molto strano, come molto strane sono le musiche composte quasi esclusivamente per chitarra e voce e con sporadici inserimenti di altri strumenti come sintetizzatore, violino suonati dall'amico polistrumentista Wassilij Kropotkin; si possono scoprire melodie vicine al blues, il blues puro e incontaminato della prima metà del secolo scorso, il rock'n'roll visionario della fase sperimentale dei Beach Boys, un mistico country old style, il tutto miscelato da una buona dose di psichedelica che distende i suoni e le voci e li fa interagire nel tempo.
Proprio l'aspetto canoro è una delle potenzialità più intriganti dell'autore: riesce a modulare il cantato molto bene da far sembrare ogni canzone cantata da una persona diversa.
Con l'importante vittoria del rock contest di Controradio del "lontano" 2006, Samuel ha avuto la meritata possibilità di girare lungo tutta la penisola per proporre Beach Party all'ascolto di pubblici diversi trovando spesso una risposta positiva. Inoltre anche la critica si è espressa in modo molto favorevole verso il suo primo lavoro.
Conseguenza di questo successo è il secondo album dell'artista, The Halfduck Mystery (2010) questa volta prodotto dalla etichetta Trovarobato, una delle più importanti per quanto concerne la musica indipendente italiana (il primo era stato prodotto da Angle Records).
Per questo disco si è avvalso della collaborazione della Tragic Band composta da Wassilij Kropotkin (chitarra, violino, tastiere e seconda voce), Simone Vassallo alla batteria e di una serie di altre collaborazioni.
E' un prodotto dalle mille facce che si apre con una canzone progressiva e sinfonica con fiati e violini di ogni tipo, per raggiungere generi più propriamente rock con molti cambi di ritmo e melodia che spiazzano l'ascoltatore e lo immergono totalmente dentro la musica stessa.
L'importante vena psichedelica che contraddistingue il suo lavoro è ancora presente, anzi viene fortemente incentivata con un uso sapiente e moderato. Questo è il coup de thèatre di Alberto: riesce a chiudere totalmente col primo lavoro e a sorprendere tutti con il secondo. Da non perdere inoltre i micidiali concerti dal vivo di Samuel Katarro & His Tragic Band.
Filippo Bigagli - ERBA magazine
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