Continua il Festival internazionale della scena contemporanea Fabbrica Europa. Il 10, 11 e 12 maggio ad andare in scena è stato lo spettacolo Abito della Compagnia Laboratorio Pontedera.
La piéce, ispirata a Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa, ha proposto al pubblico della Stazione Leopolda fiorentina una scommessa, ossia, quella di rendere visibile l'eteronimia latente in ciascuno di noi.
Ne è emerso un affascinante effetto corale, in cui ogni attore rappresentava una parte dell'anima di un uomo perso. Un uomo, che come qualcuno che perde la memoria, è stato altro per un po' di tempo.
"Dove vado?" ... "Che giorno è oggi?" regna lo smarrimento, non solo nell'attore protagonista che personifica la perdita di identità, ma in ogni attore che girando in bicicletta dà continuo movimento alla scena.
Tornare indietro non serve a niente, si trovano solo macerie e finestre chiuse, viviamo tutti travestiti per questo ti ho riportato le scarpe, ascolto i tuoi passi esistere.
Siamo sempre in ritardo con la nostra coscienza e così ci ritroviamo di fronte alla crisi dell'anima, crisi che attori a tutto tondo hanno portato in scena non solo recitando con una straordinaria padronanza del corpo, ma cantando e suonando producendo l'effetto di un sogno: la ricerca di se stessi.
Questi strumenti scordati non hanno mai suonato insieme: è stato solo un momento ed è già passato. Non so dire quello che sono stato.
Noemi Neri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa