Ho deciso di scrivere questo articolo perché ho riflettuto sui problemi che rispecchiano i disagi degli adolescenti di oggi. Queste sono storie che mi hanno colpito molto e vorrei condividerle con voi.
Quel suo ciuffo nero era una vera difesa per non guardare le bruttezze del mondo. La sua voglia di non guardare nessuno e di far del male a se stessa per risarcire tutti i danni causati dagli uomini mi faceva stare veramente male. Aveva ragione ma il mondo va accettato così com'è. Ma come farglielo capire? La guardavo mentre si faceva i tagli sulla pelle con il taglierino. Le forme dei tagli erano diverse: un cuore, una stella, una mezzaluna o semplicemente un riga. Non sapevo neppure io se fare come lei o se portare lei a imitare me. Quelle sue linee di trucco nero sul suo viso mi facevano riflettere.
I miei compagni erano affascinati da lei. Provavano a imitarla cercando di farsi tagli ma molte volte non ne avevano il coraggio. Noi compagni cercavamo di capire cosa volesse dire essere Emo e lei rispondeva che essere Emo significava scegliere un preciso stile di vita. Provavo a starle accanto e mi piaceva aiutarla, le volevo bene ma non sapevo se lei ne volesse a me. Quando capii che Emo deriva da emotional, mi resi conto che non era poi quella persona che voleva far credere di essere.
Tempo dopo mi accorsi che questa mia amica si stava avvicinando a noi ragazzi. Ero felice, stava sempre con noi e si divertiva. Le chiedemmo perché era diventata Emo e ci rispose che alle elementari era sempre esclusa da tutti e non voleva che questo succedesse anche alle medie, quindi aveva cercato uno stile e l' Emo era proprio quello che voleva. Era diventata un'altra. I vari tagli e lividi che aveva sulla pelle erano quasi del tutto risarciti. I suoi vestiti non erano più neri ma molto più colorati. Il suo ciuffo era diventato una bella frangetta, i suoi capelli da neri erano marroni. Ora è diventata una grande amica. Ora so che lei mi vuole veramente bene.
Comune di Prato