Tutta colpa del paradiso

Vedere un film seduti accanto al protagonista

 
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Dal mio punto di vista, Prato è una città che offre molte possibilità per passare delle serate in compagnia di eventi culturali. Una di queste possibilità è rappresentata dalla rassegna cinematografica che si tiene al cinema Eden. Il filo conduttore della rassegna è quello di proporre lavori di due registi pratesi come Francesco Nuti e Roberto Benigni. Per me, ma come per uno straniero in genere, questa è una possibilità enorme per conoscere ed approfondire la cultura italiana, specialmente quella pratese.

Da circa due mesi la rassegna è iniziata e ha presentato, ogni lunedì, un film quando di Benigni, quando di Nuti. L'ultimo lavoro proposto è stato "Tutta colpa del paradiso".

Come mia abitudine, sono arrivato con diversi minuti di anticipo per assicurarmi un posto che mi consentisse di vedere e sentire bene. Dopo aver scelto con cura il mio posto, ho aspettato l'ora dell'inizio della proiezione. Dopo qualche minuto vedo entrare in sala un uomo su di una carrozzina. Da parte di tutti i presenti si è alzato un affettuoso applauso che mi ha subito fatto incuriosire. Dovevo capire chi fosse quell'uomo. E bene, mi hanno spiegato che quello era il protagonista e regista del film: Francesco Nuti. Proprio così, Nuti è era venuto a vedere il suo film assieme ai "suoi" concittadini.

"Tutta colpa del paradiso" racconta la storia di Romeo Casamonica, un uomo che ha appena finito di scontare cinque anni di galera per rapina a mano armata. Appena uscito di prigione, Romeo, vuol rimettere a posto la sua vita. Non trova più casa e amici e scopre di non aver alcun legame affettivo. Tutte le sue attenzioni, così, sono concentrate nel ritrovare suo figlio Lorenzo (che adesso dovrebbe avere sei anni) e che non sa chi sia suo padre. Si rivolge subito all'ufficio adozioni, ma la referente gli nega qualsiasi tipo di informazione.

Romeo non si dà per vinto. Entra di notte nell'ufficio pubblico e ruba i dati sulla nuova vita di suo figlio: indirizzo e nome della sua nuova famiglia. Suo figlio si trova in Val D'Aosta, e Romeo si mette subito in viaggio.

Appena arrivato a destinazione si siede ai bordi di una fontana per rinfrescarsi, quando incontra lo sguardo di Celeste, una donna bellissima: è amore a prima vista. Non sa ancora che si tratterà dell'attuale "nuova madre" di suo figlio. Inizia così la sua avventura e, di fatto, seconda vita. Prende alloggia in un tipico albergo in un paesino locale. La sua giornata è concentrata nel raccogliere informazioni e creare un rapporto con il figlio.

Il personale dell'albergo e i clienti rispecchiano gli usi e i costumi del posto. Questo contribuisce a creare molti siparietti comici e buffi e a rendere tutto leggero. Dopo aver acquisito maggiori informazioni, decide di andare a vivere nel bosco, in una tenda, per attirare l'attenzione dei nuovi genitori di suo figlio. Il nuovo padre di suo figlio è, infatti, un ricercatore. Da anni, Sandro (questo il nome del marito di Celeste) è alla ricerca del rarissimo stambecco bianco.

Una notte succede un incidente: Romeo subisce l'attacco di uno stambecco e viene soccorso proprio da Sandro che lo porta a casa sua. Qui Romeo riceve le cure del caso e ha modo di iniziare a entrare nella simpatia con la famiglia (con Celeste non mancheranno momenti di passione!) e con lo stesso Lorenzo.

Lorenzo vede suo padre per la prima volta dopo cinque anni, ma nessun ancora lo sa.
Romeo cerca di spendere più tempo possibile con suo figlio, per conoscerlo e per sentirsi vicino a lui. Durante la convivenza Celeste intravede un legame sempre maggiore tra i due che non può essere casuale.

Dopo alcune settimane arriva la visita della segretaria dell'ufficio adozioni. I genitori adottivi vengono messi al corrente della scarcerazione di Romeo e di come lui abbia chiesto informazioni su suo figlio appena uscito di prigione. E' in questo istante che Celeste capisce subito la vera identità di Romeo

Celeste e Sandro decidono di parlare a Romeo e di affrontare la situazione. Sarà proprio Romeo che deciderà di andarsene, rassicurato dal fatto di aver conosciuto suo figlio, di aver constatato di come si trovi bene e di quanto sia amato dai suoi nuovi genitori.

Il film finisce con il saluto di Romeno a suo figlio e alla sua famiglia. Particolarità del caso vuole che quel saluto in camera sia anche un altro atto di saluto verso noi spettatori che stiamo assistendo alla proiezione di un capolavoro, consapevoli di avere l'artefice del film seduto in mezzo a noi!



Franz Geisberger - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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