Ultimo Tango a Parigi

di B. Bertolucci, con M. Brando, M. Schneider, 1972.

L'amore, come il tango, è un rito: un giro di regole e convenzioni difficili da imparare.
Quello che coinvolge Paul e Jeanne fugge dalla normatizzazione e si rifugia tra le pareti di un appartamento parigino dove i due, senza sapere alcunché l'uno dell'altra, si incontrano e si amano occasionalmente seguendo un'illusione intima, da difendere dalle finzioni che troverebbe fuori. La loro è passione pura, originata per Paul da un mistero sul suo precedente matrimonio mentre per Jeanne dal desiderio di rimanere nel mondo infantile, e li costringerà inevitabilmente allo struggimento.

In una Parigi reduce dagli scontri violenti di fine anni '60 Bertolucci, scegliendo l'esplicita sensualità delle immagini, trasfonde nell'individuo la stessa tensione che aveva colpito le masse. Per questo, insieme a Marlon Brando e al produttore Alberto Grimaldi, venne condannato a due mesi di reclusione e la pellicola rischiò di essere bruciata dalla censura italiana.

Visto nel 2006 questo film non desta particolari sconvolgimenti ma colpisce soprattutto per l'analogia con la contemporaneità, dove tuttora il coinvolgimento emotivo in una relazione rappresenta una debolezza a cui si preferirebbe di gran lunga la corazza dell'anonimato.



Linda Augugliaro - Redazione ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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