Politeama Pratese
18 Aprile 2008
"Sono contento di essere a casa."
Così esordisce il grande pianista e compositore tra le figure di punta della musica contemporanea europea di ritorno dal tour internazionale in India e Giappone.
"Ogni concerto per me è diverso. Soprattutto nei concerti piano solo scelgo a seconda della serata.
Vi ringrazio ancora per la calorosa accoglienza. Buon ascolto".
Ed è davvero un ascolto sublime quello che ci regala Ludovico Einaudi, fatto di atmosfere rarefatte, che oscillano tra lontani ricordi persi tra "Nuvole bianche", nostalgie e impalpabili emozioni fluttuanti tra le "Onde", strani sentori di "In un'altra vita", alla ricerca de "L'origine delle cose nascoste".
E' un viaggio tra "vita, natura e morte", quasi catturati nei tre quadri di Segantini, ispirazione per Einaudi, come le Dolomiti, musa per il suo ultimo album "Divenire" iniziato nel 2002 e terminato nel 2006, definito dalla critica l'opera della sua maturità, dove le note sublimano essenze che ricongiungono all'io più profondo, in stretta relazione con le bellezze di queste splendide montagne.
Si respira così magia e misticismo, connubio di energie sprigionate da un semplice pianoforte, che si diffondono nel teatro catturando il pubblico e tenendolo sospeso tra cielo, terra, mare e fuoco per un'ora di musica pura e unica nel suo genere minimale.
Lo stesso Einaudi si lascia guidare da questa forza da lui generata e, come sospinto dal vento, improvvisa, scivolando sui tasti per raggiungere e riassemblare le sue composizioni, quasi isole di uno stesso arcipelago.
Il caloroso pubblico si risveglia e stenta a credere che sia già terminato il concerto, anche dopo uno splendido bis di vecchi album come "I Giorni" e "Le Onde", in una suggestiva immersione in luci blu.
Dunque grazie a te Ludovico.
Samantha Russotto - ERBA magazine
Punto Giovani Europa