Con Stefano Corsi, Giulia Lorimer, Pietro Sabatini, Vieri Bugli, Massimo Giuntini, Lorenzo Greppi e Piero Bubbico
Teatro Studio di Scandicci (FI)
22 e 23 gennaio 2008
Un'atmosfera di trepida attesa si respira nel foyer stipato del Teatro Studio di Scandicci tra gli spettatori giunti ad ascoltare le musiche millenarie dei Whisky Trail, gruppo storico che da oltre 30 anni ci narra la cultura e le tradizioni d'Irlanda.
Lo spettacolo traduce in musica la follia di Suibhne, un racconto medievale irlandese, che ha inizio con lo scontro tra Suibhne, re del Dal Araidhe e Ronan Finn un monaco che si era impossessato di una parte del suo territorio per costruirci il suo monastero. Il suono della campana del chierico spingerà Suibhne verso la follia, e abbandonando mantello e abiti regali, completamente nudo si recherà da Ronan per cacciarlo.
Il chierico lo maledirà augurandogli di vagabondare e svolazzare senza sosta completamente nudo verso il mondo. Suibhne divenuto uccello, parlerà con gli animali, vagherà e volerà senza meta attraverso l'Irlanda, lanciandosi in dirupi di rocce scoscese e raggiungendo le altissime cime degli alberi. Troverà dimora solo nella graziosa valle di Glenn Bolcain, un luogo dove si radunavano i pazzi d'Irlanda. E sarà li che Suibhne ritroverà la ragione, la memoria ed anche il suo aspetto di un tempo.
Finché non lo raggiungerà la vecchia Lonnog, padrona del grande mulino. La vecchia richiamerà Suibhne alla sua follia provocandolo e iniziando con lui uno lotta a chi dei due spiccherà il salto più alto. Entrambi si slanceranno frementi in una cavalcata vorticosa, finché Suibhne non spiccicherà uno splendido salto su una cima e la vecchia si sfracellerà, con un boato fragoroso, contro una rupe al di sopra del mare spumeggiante.
Suibhne non tornerà più sui suoi passi, continuerà a salire spingendosi oltre l'irraggiungibile. Sarà lui il nuovo mugnaio del grande mulino cosmico e ruoterà senza sosta la grande macina che sovrasta da sempre il cielo d'Irlanda.
L'atmosfera creata dai Whisky Trail è suggestiva e magica.
Ogni scena dell'opera è introdotta dalla splendida voce di Paolo Lorimer, su un sottofondo sonoro di una macina (riprodotta con un Bodhràn) che scorre lenta ed eterna.
Fruscii, folate nascondono un suono insistito, continuo: il prolungato suono tondo di un bordone. Il vento lo porta, lo distende nello spazio. Il suono si anima e prende a variare, si articola, modula, macina note, descrivendo complesse figure. La grande cornamusa ventosa suona (...) Sfilano i suoni e ad uno ad uno, Suibhne li mette assieme e così ne riordina i brandelli, fino a ricomporre la grande matassa ingarbugliata di uno spartito musicale nascosto. I bordoni continuano a macinare la loro nota, Suibhne sdipana la matassa e seguendo il filo sottile dello spartito ritrovato percorre tutti i sentieri, e giunge alla fine del labirinto.
E così, a colpi di archetto e dolci tocchi d'arpa irlandese, prendono forma vallate, nuvole, limpidi ruscelli e alte cime verdi di alberi, bagnate da un leggero temporale. Il volo di Suibhne viene tracciato da leggiadre note di flauto e cornamuse, essenza di suoni che come il volo, vagano lungo il vento nell'aria, sospesi tra una caduta e un'improvvisa risalita.
Arpa celtica, Fiddle (violino irlandese), Flauti, Harmonium, Armonica, Uilleann pipes (cornamusa irlandese), Cornamusa scozzese, Bodhràn, Bouzouki e Chitarra, sono questi gli strumenti che si alternano durante lo spettacolo, suonati con maestria dai componenti del gruppo. La presenza in scena è arricchita da alcuni danzatori-attori, che sottolineano con la loro performance alcuni quadri dell'opera.
I Whisky Trail hanno saputo orchestrare al meglio molteplici sonorità, raggiungendo assieme a Suibhne vette altissime, in uno spettacolo di sperimentazione sul linguaggio degli strumenti musicali della tradizione irlandese e scozzese.
Agli spettatori soddisfatti adesso non resta che applaudire. La musica termina sul tappeto sonoro della macina, immaginiamo ruotata da Suibhne e dalla sua follia, che per una sera ci ha fatto sporgere dalla cima del dirupo per abbandonare sguardo ed anima oltre le vette più alte, dove solo la musica e il sogno possono arrivare.
E Suibhne, dall'alto, nuovo mugnaio del grande mulino cosmico, inizia il racconto della sua storia...
Samantha Russotto - Redazione ERBA magazine
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