Ci sono rari esempi di artisti, e Massimo Catalani è uno di questi, che hanno riposto la loro attenzione verso una dritta, seria, motivata, minuziosa rappresentazione del dato naturalistico. Per un tempo contemporaneo ed in un recente passato questo modo pittorico l'ha sicuramente portato a fare una maggiore ricerca interiore o se si vuole una convinta scelta anticorrente che con il tempo ha senza dubbio trovato consensi, perché per fortuna il fruitore ultimo nel tempo si è affinato a questo genere pittorico.
Un genere pittorico da sempre nella storia dell'arte (ingiustamente) decretato secondario - forse solo capito nel'aulica età alessandrina, per il resto quasi da fungere da scenografia o da festoni vegetali, basti rammentare tutta l'arte rinascimentale da Leonardo da Vinci a Mantegna per poi ritrovare nel tempo nella seconda metà del XVII secolo in un termine dispregiativo la Natura Morta.
Tutto questo retaggio ha fatto perdere molte occasioni pittoriche su cui sarebbe stato certamente interessante soffermarsi.
Perciò l'arte pitorica-materica di quest'odierno artista Massimo Catalani deve annoverarsi come un esempio non solo di eleganza, fattezza, ma davvero come un dono. Si ritrova nei suoi lavori - da alte capacità disegnati -un'importante luce che determina una maggiore soffermazione per i dati.
Una luce realistica che può rammentare sia una pittura naturalistica come ad esempio quella del pittore spagnolo Jan Sanchez, ma anche una luce prettamente alla Hopper.
Ma l'abilità di Massimo Catalano non si ferma solo in questi dati cromatici, ma punta a dare una rappresentazione di sapore concettuale dove ogni dato raffigurato viene scandito, approfondito e quasi tassellato da una serie di tavole accostate -che più che meri polittici- divengono vere istallazioni concettuali, si veda ad esempio "Acciughe", "Mandala di una rosa indiavolata" per dirne solo alcune; ma tutta l'arte di questo artista è così impregnata di una sincera rappresentazione, finalmente giocata anche su canoni macroscopici dove appunto il dato naturalistico fa non solo da padrone, ma immerge lo spettatore a soffermarsi sulla resa materica.
Massimo Catalani ci regala così un angolo di dovuto rispetto per ciò che finalmente apprendiamo e consideriamo come dovuta nostra necessità per un viver sani, ritrovando così anche le nostre vere ancestrali origini.
Valeria S. Lombardi - ERBA magazine
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