di Marc Meyer
Opera Prima, 2007, 100', black comedy, anteprima mondiale
Vincitore dell'EuropaCinema Award per il miglior film tedesco in concorso
La felicità è davvero possibile? E quale ricetta per ottenerla?
Oliver crede che la famiglia sia l'unica possibilità per essere felici e quindi terribilmente solo, decide di rapirne una.
Costruisce così il tipico nucleo familiare: la moglie, la nonna, il nonno, ed i tre figli: un neonato abbandonato, un ragazzino ed una giovane adolescente; riempiendo il grande appartamento al 18° piano di un palazzo abbandonato.
Rinchiusi all'interno del locale, isolati dal resto del mondo, Oliver stabilisce delle regole e sempre con cortesia e amorevolezza cerca di ricreare i tipici momenti di riunione e condivisione delle famiglie. Il momento del pranzo e della cena diventano obbligatori per gli abitanti della casa. Ben presto però, deve fare i conti con l'ostilità dei suoi ospiti e con tutte le nevrosi ed i problemi personali di ognuno di loro, che nella forzata convivenza si confrontano con tutti i propri demoni. Risolvendo e scoprendo di loro stessi più di quanto avrebbero mai potuto all'esterno.
Una realtà alterata, paradossale, ma molto più vera di quello che c'è fuori? Lo stesso Oliver ad un certo punto dirà: "Non sono felice perché qualcuno mi ama. Sarebbe bello. Pensavo che mi amaste automaticamente perché io vi amavo. Sono felice se c'è qualcosa che posso amare". Infatti, anche se la giovane donna, la moglie, riesce a scappare, alla fine, però torna proprio là, all'appartamento al 18° piano per passare il Natale con una nuova famiglia; ognuno poi rientra alla propria realtà, ma nessuno denuncia Oliver anzi, sono cambiati e più felici di quanto erano prima. Oliver inscatola i ricordi e le foto di ognuno di loro, imballa gli scatoloni e carica quelli delle altre tentate famiglie, ora è pronto a partire per un'altra città dove riprovare a cercare quella che sarà forse per sempre la sua, o solo ad amare ancora per una volta.
Una sorprendente commedia, mai forzata, mai banale, l'intensità dei dialoghi lascia senza parole, una sensibilità diversa, nuova, affidata anche agli sguardi, alle immagini, come quella splendida sul tetto della casa a pattinare tutti assieme, mai una forzatura, mai patetico, il tutto condito dalla magistrale interpretazione del protagonista.
Una bellissima metafora della ricerca e del viaggio verso qualcosa o qualcuno, verso la creazione di relazioni e legami. Una vittoria ampiamente meritata.
Azzurra Becherini - ERBA magazine
Punto Giovani Europa