1Q84

Parte prima

 
haruki murakami
pitheatre.com

1Q84 è un romanzo nel romanzo. Vengono narrate due storie; quella di Aomame e quella di Tengo,  due storie che fino alla prima metà del libro sembra che non abbiano caratteri in comune. I due personaggi vivono due vite completamente opposte: da un lato Aomame, una professionista istruttrice di stretching, dal carattere apparentemente forte, quanto profondamente fragile, portatrice di una missione, quella di uccidere i violentatori di donne. Tale missione ricopre un significato importante per la sua vita. Dall'altro lato Tengo, un giovane scrittore dal talento riconosciuto, il quale non credendo fino in fondo alle sue capacità ha preferito trovare lavoro come professore di matematica in una scuola, per poche ore la settimana.
 
Nello stesso tempo, la passione per la scrittura lo porta ad imbattersi in un romanzo dal quale si fa travolgere ed in cui non  riesce bene a comprendere qual è il confine tra la finzione e la realtà in ciò che vi è scritto. I due personaggi, catapultati per scopi diversi in una dimensione spazio temporale parallela al loro mondo (definita 1Q84), si troveranno a riflettere sul loro passato familiare e sul momento in cui si sono "incontrati" per la prima volta, come se ogni elemento della loro esistenza avesse sempre indotto ad aggiungere un tassello per tracciare la strada della loro unione, anche solo spirituale.
 
Il libro vuol mettere in luce un concetto di amore quasi "platonico" tra due persone che mostrano di esser rimaste profondamente sole, dal momento del loro allontanamento fisico di vent'anni prima, e che vogliono trovare un loro posto nel mondo. Un amore che può esplicarsi solo tramite il sacrificio. Il sacrificio, viene introdotto dall'autore come elemento di liberazione dalle sofferenze, un elemento escatologico, di purificazione non solo per l'amato, ma anche verso ciò che lo circonda e che ha direttamente a che fare con lui.
 
La purificazione probabilmente è legata alla contrapposizione tra la forza data all'"amore spirituale" rispetto all'amore carnale consumato con gli "altri", messo ben in evidenza dall'autore. Così come nel precedente romanzo di Murakami Haruki Norwegian Wood, mentre la ragazzina amata dal protagonista, prova un  vuoto che nasce da un passato fatto di sconvolgimenti e di perdite dovute a un suicidio, anche in 1Q84 si ripresenta il tema del suicidio e del profondo senso di vuoto interiore che caratterizza, in questo caso Aomame. Vuoto come abbandono, è un concetto che permeerà anche la vita infantile di Tengo. I personaggi hanno un destino che sembra già "scritto", come una narrazione su carta per cui "scripta manent"; ogni elemento per loro diventa una rivelazione che passo dopo passo fa scoprire qualcosa in più al lettore e ai due giovani, nella perenne ricerca del loro amore e quindi della loro salvezza.

Il romanzo al centro del libro ha una funzione importante, perché è una trasposizione e premonizione di qualcosa che sta accadendo, in quale realtà non è dato di sapere. I personaggi che fanno da contorno ai due protagonisti hanno ognuno un compito da eseguire, come replicanti che decidono di passare da una dimensione ad un'altra per portare a termine una questione essenziale e che ci insinua tutta una serie di domande, come per esempio, quella se Aomame e Tengo sono veramente loro in carne ed ossa oppure sono delle ombre o personaggi di sogno romanzato. Ciò mi fa pensare non solo allo stile poetico della letteratura asiatica ma anche al cinema e in particolare alla scena finale di "Ferro3, La casa vuota" del regista koreano Kim ki Duk, che si conclude con questa frase: "Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia un sogno o la realtà"; per sottolineare che la distinzione tra i due non è poi così netta perché tutto può accadere.

I personaggi messi in scena da Murakami sono sempre individui tormentati, drammaticamente sconfitti dalla vita ma che ricercano dentro sé la forza di un riscatto personale, anche se, in questo caso, risultano in parte, delle pedine nelle mani di altri. L'atmosfera del libro, che si può percepire a tratti molto "dura e cruda", dipende anche dal linguaggio usato da Murakami Haruki; un linguaggio particolareggiato in ogni tipo di descrizione e caratterizzato da espressioni che non fanno sconti all'immaginazione. Personalmente credo che la forza e debolezza di questo romanzo, consta nel fatto che, aprendo svariati collegamenti, tende in certi casi a disperdere una certa concretezza sfociando nella totale surrealtà ma ci tiene comunque in sospeso con la voglia di leggerne il seguito.

 



 

Irene Mesolella - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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