Le favole si raccontano al caldo è il titolo della mostra esposta fino allo scorso 26 gennaio nelle sale espositive del CID/Arti Visive del museo Pecci di Prato.
Nata all'interno della rassegna Un autunno da sfogliare (che ha visto coinvolto tutto il Sistema Bibliotecario Provinciale Pratese) promossa dall'Assessorato alla Cultura della Regione Toscana e in occasione del 200° anniversario della nascita di Charles Dickens; ha presentato in anteprima le tavole del celebre romanzo Canto di Natale illustrate da Federico Maggioni.
Stimolante e interessante soprattutto da vedere con i bambini (anche grazie alla gratuità dell'ingresso) la mostra ha presentato il tema della favola in una chiave diversa, ovvero come vista e raffigurata dagli illustratori e dall'editoria contemporanea; nello specifico la Corraini Edizioni.
Diversi i nomi degli illustratori in mostra, dalla più giovane Isabella Grott, toscana ad un altro "illustre" toscano, Simone Frasca, ai più famosi quali l'americano Steven Guarnaccia, Bruno Munari e il già citato Federico Maggioni.
Di quest'ultimo oltre alle tavole dickensiane, in cui i celebri personaggi assumono le fattezze di animali, con evidente riferimento sottile alla loro indole; sono visibili anche quelle del famoso libro Cuore in cui Maggioni offre un'interessante interpretazione cruda e noir del celebre e strappalacrime romanzo di Edmondo De Amicis.
Ben lontano dall'idea che molti si sono fatti a riguardo nelle note letture tra i banchi di scuola, ci presenta dei cuori trafitti, pugnalati e insanguinati, con l'intento di svelare la nuda crudezza e cattiveria di fondo che si cela tra le pagine del libro, rendendolo anche più moderno, ricco di spunti e nuove riflessioni.
Vi è poi un'altra "libera" ma anch'essa istruttiva interpretazione di un celebre e famoso "classico"; quella del grande artista e designer Bruno Munari e la "sua" anzi le "sue" "Cappuccetto Rosso". Parlo al plurale perché sono tre (e ciascuno un libro a sé) ovvero "Cappuccetto Verde", "Cappuccetto Giallo" e "Cappuccetto Bianco". Il colore dà l'impronta alla storia e i ben noti e tradizionali pericoli a cui viene esposta l'ingenua bambina assediata dal lupo cattivo cambiano location; ciascuno ha un proprio e specifico sfondo (il bosco, il traffico, la neve), così da mettere in luce le insidie che ciascun ambiente nasconde in sé. L'interpretazione contemporanea delle favole tradizionali, volta a rendere non solo l'opera più attuale ma adatta anche ad un pubblico più grande e nostalgico del mondo dell'infanzia, è un po' il fil rouge di tutta la mostra.
Degne di nota sono infatti anche le favole illustrate dall'americano Steven Guarnaccia e nello specifico: Riccioli d'oro e i tre orsi e I tre porcellini.
La caratteristica e originalità di quest'illustratore è quella di adombrare dietro le favole tradizionali celebri personaggi del mondo dell'arte contemporanea, quali famosi architetti e designer. Ad esempio dietro i tre porcellini si nascondono le figure di Frank Gehry, Le Corbusier e Frank Lloyd Wright (il lupo è invece non a caso Philippe Starck). E' davvero interessante e divertente vedere come i tre, pur rimanendo fedeli alla storia conosciuta da tutti, siano ben caratterizzati e riconoscibili per chi ha presente i tre famosi architetti del '900; così come le rispettive costruzioni, riproposte nella rappresentazione delle case costruite dai tre (e a vincere sarà prevedibilmente, il solido e americano Wright con la sua famosa casa sulla cascata).
Si tratta di un percorso davvero utile e interessante quindi quello che è possibile fare tra le sale della Biblioteca del Pecci; divertente e istruttivo per i più piccini e proficuo per gli adulti, per imparare a tornare un po' bambini (in fondo non si deve mai dimenticare il "fanciullino" che è in noi, come ben ci ricordava Pascoli); riuscendo così ad apprezzare anche il libro d'artista per l'infanzia.
Ilenia Vecchio - ERBA magazine
Punto Giovani Europa