Si è concluso, domenica 6 gennaio, il Festival del riuso e riciclo creativo, una "nuova filosofia di un nuovo modo di fare design", lo hanno definito gli addetti ai lavori che hanno dato spazio a questo evento nelle giornate del 5 e 6 gennaio presso "Officina Giovani", in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Prato. Le due giornate sono state dedicate all'esposizione e la vendita di oggetti vintage.
Circa 25 espositori hanno presentato e messo in vendita oggetti, abiti e accessori ripercorrendo la moda dagli anni '50 in poi; altri invece hanno presentato le proprie creazioni, veri e propri concept, riassunti ora in "una collana in conserva", ora in una borsa a forma di casa da portare sempre con sé.
Il Gruppo Storico Bisenzia, in collaborazione con il collezionista di auto d'epoca Enrico Capecchi, ha presentato biciclette uniche, costruite attraverso l'assemblaggio di pezzi riciclati da vecchi modelli, nonché una bellissima esposizione di auto e moto d'epoca. È stato dato spazio anche ai bambini, cui è stato offerta un'area-laboratorio; qui si sono divertiti a sperimentare la loro inventiva con oggetti di scarto, che hanno trasformato in qualcosa di nuovo.
La collettiva di fotografi, curata da Pamela Gori con testo critico di Alessandro Gallicchio, ha esposto gli scatti di Rachele Savioli, Agnese Morganti, Barbel Reinhard, Lorenzo Cotrozzi e Alessandro Destro.
La Galleria Lato di Luca Gambacorti & co. (www.lato.co.it) ha proposto un'istallazione di design e modernariato della propria collezione privata, che ha compreso oggetti d'arredo degli anni '50, '60 e '70. Anni in cui l'arte si fece Avanguardia.
Ma il progetto ambizioso di Officina Giovani non vuole fermarsi a queste due giornate. Chiamato Warehouse, "Ripensa-Prato", questo piano di lavoro non vuol rivoluzionare quello che già c'è, ma rinnovare, migliorare, ri-creare, cercando, con l'aiuto di tutti i cittadini, nuove idee per portare a nuova vita la città di Prato. All'evento infatti erano presenti fotografie che ritraevano importanti edifici della città, come l'ex lanificio Banci, l'ex Convitto Cicognini, Palazzo Vestri, solo per fare qualche esempio. Per questo motivo, proprio alla comunità è stato chiesto di proporre idee per un riutilizzo futuro di questi edifici. C'è chi, da buongustaio, ha pensato a questi spazi come luoghi per la pubblicità dei prodotti locali, per la creazione di una nuova associazione agroalimentare e di B&B per i turisti. Altri invece hanno individuato nel Palazzo Banci Buonamici la più adatta dimora per rilanciare la moda Made in Tuscany.
Un progetto appena nato, ma che certamente vuol pensare in grande. E per Prato, che in un lungo passato ancora recente, si è resa da sola sinonimo di qualità e genio in tutto il mondo, l'appoggio attivo del cittadino diventa più di una necessità, per la ripresa di questa città che non vuole cullarsi solo di astrattezza e ideali, ma di modelli concreti e soprattutto fattibili.
Ripensare Prato. Per rinascere di nuovo, insieme.
Letizia Magnolfi - ERBA magazine
Punto Giovani Europa