Il maestro e Margherita

 
copertina del romanzo
fonte: www.movieplayer.it

Il maestro e Margherita è un romanzo in cui si sviluppano due storie distinte, le quali s'intrecciano ripetutamente nel corso dei due libri che compongono il volume.
 
Il romanzo si apre tracciando un affresco della Russia degli anni Trenta del secolo scorso: a Mosca compare uno strano personaggio, Woland, il quale si presenta come esperto di magia nera cercando (riuscendoci) di indurre in tentazione i moscoviti, i quali, non credendo in Dio, non credono neanche nel Diavolo. L'altra storia, ambientata nella Palestina ai tempi di Gesù Cristo, è in realtà lo stralcio dell'opera del "maestro" (personaggio che sarà presentato in maniera esaustiva da Bulgakov solo alla fine del libro primo e che sappiamo essere rinchiuso in un manicomio), narrante la storia di Ponzio Pilato e dei suoi sensi di colpa per aver permesso la morte del profeta Jeshua Hanozri (leggasi Gesù). 
 

 

 
Il libro stupisce per l'analisi chiara e lucida della realtà sovietica del primo Novecento, riuscendo a tracciare magistralmente un quadro della realtà comunista con tutte le sue luci e le sue ombre. Il Diavolo (Woland) riesce a tentare le proprie vittime moscovite facendo leva sulla loro volontà di "apparire" e "avere"; un esempio su tutti è lo spettacolo al teatro, in cui orde di donne fanno di tutto pur di ottenere un paio di calze, un bel vestito o un profumo francese. Può essere letto, però, anche come critica al "consumismo" e al bisogno presente in ognuno di noi di avere beni materiali o soldi in eccedenza che ci fanno cadere facilmente in tentazione. Nella parte concernente Ponzio Pilato è invece commuovente la descrizione del rimorso che pervade il procuratore romano, dolore provocato dal fatto di non aver cercato la Verità. La parte riguardante il Maestro e Margherita, infine, è quella che presenta il carattere più romantico ma anche onirico, oscuro e ricco di simbolismi: il volo su Mosca che inizia Margherita alla vita da strega, la serata dedicata alle anime dei dannati costretti all'inferno per le loro azioni (un inferno particolare, senza torture, se si eccettuano i rimorsi della coscienza), il finale che lascia il lettore soddisfatto anche se leggermente allibito.
 
Il fatto positivo è che, nonostante i diversi intrecci, il libro risulta essere avvincente e ben costruito, seguendo una logica che verrà compresa appieno solo alla conclusione del libro; inoltre le diverse sfaccettature del libro permettono ad ogni lettore di affezionarsi maggiormente ad alcuni personaggi o ad alcune parti del testo stesso, poiché il genere cambia capitolo per capitolo: alle volte è satirico, altre storico, altre ancora filosofico.


 

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Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

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