Io e te

Ragazzo solo, ragazza sola

 
locandina del film
fonte: www.venicequeen.it

Dopo una pausa di dieci anni Bernardo Bertolucci, costretto su un sedia a rotelle a causa di una malattia, torna dietro la macchina da presa. L'ultima sua fatica era stata The Dreamears- I sognatori del 2003 e adesso con Io e te, malgrado la mancanza di salute, il suo cinema torna a brillare di vigore e spontaneità.
 
Il film è liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti che ne ha curato anche lo sviluppo della sceneggiatura.

Il film parla di un ragazzo adolescente (Lorenzo) che un giorno decide di far finta di partire per una vacanza scolastica mentre in realtà passerà una settimana chiuso in cantina, completamente isolato dal mondo. Lorenzo cerca di creare nello scantinato un suo "mondo perfetto" con cibo, musica e libri. Ben presto farà irruzione in questo universo una figura caotica che entrerà in aperta contrapposizione con il protagonista: la sorella Olivia.

La sorella sarà l'elemento destabilizzante che farà aprire gli occhi a Lorenzo su come il mondo non inizi e finisca alle porte di quella cantina in cui ha deciso di rinchiudersi.

La cantina, una sorta di rifugio per Lorenzo, diventa simbolo per Bertolucci di una volontaria fuga dalla realtà, un modo per estraniarsi dal mondo circostante, una barriera essenziale per far sì che i personaggi riflettano su loro stessi.

 

Il regista inserisce qui un'accoppiata  dei suoi temi più cari: l'irruzione di un elemento esterno che mette in discussione tutto ciò che si era acquisito (sconvolgimento di tutte le certezze) e la relazione che si può creare tra persone di sessi diversi. Mentre entrambi i personaggi cercano di uscire dal proprio grigiore attraverso vari mezzi (es. la fotografia), le persone fuori dal rifugio sono esattamente come le formiche che compra Lorenzo, esseri ormai arresi alla loro vita sociale rigidamente strutturata.
 
Il prologo dove si fa riferimento a una tensione erotico-incestuosa tra madre e figlio, sembra mettere distanza dal vecchio cinema del regista che appare avviluppato su se stesso. Il film in questione invece cerca di affermare la necessità di guardare avanti, anche laddove gli adulti non riescono più a vedere.

Il filo rosso del film si dipana sul percorso di crescita del ragazzo. Traspare dalle azioni del protagonista quasi un amore per la claustrofobia che è rintracciabile, su diversi piani, anche in altre opere del regista come Il conformista, Ultimo tanto a Parigi e Il piccolo Buddha. Tutti questi film esplorano un ambiente fisico e mentale costretto, chiuso, in cui i protagonisti sembrano vivere e agire meglio che all'esterno.

Bertolucci ci vuole testimoni di un incontro tra anime isolate, uno scontro tra meteore in un universo ridotto. I due personaggi si toccano così in profondità che poi non riusciranno più a slegarsi l'uno dall'altra. La scena più bella del film è il ballo tra Olivia e Lorenzo con sotto le note di Ragazzo solo, ragazza sola, versione italiana cantata in italiano da David Bowie che riprende le note del suo Space Oddity.

Mette i brividi vedere come dall'odio iniziale di Lorenzo verso Olivia si passi ad un rapporto così intenso e protettivo: Lorenzo si avvicinerà così tanto ad Olivia da non volerla lasciare più sola.

Ancora una volta Bertolucci ci dà prova di essere padrone di un grande stile e, nonostante la malattia, di sapere con lucidità come ci si comporta dietro la macchina da presa.

Regista: Bernardo Bertolucci
Durata: 103 minuti
Musica: Franco Piersanti
Cast: Veronica Lazar, Yacopo Olmo Antinori, Pippo Delbono, Sonia Bergamasco, Francesca De Martini, Tommaso Ragno.
Sceneggiatura: Bernardo Bertolucci, Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello, Francesca Marciano.


 

Andrea Ponzecchi - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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