Loomière: Incontri di teatro e danza. Cap. 2

 

Tre coreografie firmate da Gabriella Secchi e Anna Balducci insieme alla musica dal vivo di Francesco Gherardi, Dario Castiello, i Mooval e le elaborazioni visual di Rossano Monti sono state protagoniste della seconda serata della rassegna.

 
foto di scena
foto di Annalisa Calosi

9 Febbraio 2013
IF
compagnia Gabriella Secchi
Danzano: Maria Banchi, Sophie Guillonneau, Fabiola Zecovin.
Composizione musicale e live a cura di Francesco Gherardi e Dario Castiello con strumenti e percussioni della tradizione africana e indiana   
 
Tre danzatrici. Un unico corpo. Protagonisti sono il movimento e la sperimentazione delle possibilità corporee. Plasticità, energia, rischio, velocità e urgenza espressiva si traducono in un continuo contatto con il suolo, che nutre e sostiene il movimento e che allo stesso tempo tiene il corpo ancorato alla parte più istintuale e profonda. L'astrattismo coreografico e l'assenza di una drammaturgia sono elementi che permettono una libertà di movimento solo apparente: la sensazione è quella di un caos creativo incontrollato, ma il dinamismo e la potenza delle danzatrici testimoniano il contrario, la necessità di un estremo controllo nell'apparente non controllo.

La coreografia, nata inzialmente come duetto, tende a lasciare tutto in sospeso, quell' "if" che è quindi volutamente presente fino alla fine, e si nutre di sè stessa, generando ogni volta elementi nuovi che vengono inseriti e che portano a un continuo sviluppo, a una ricerca sempre volta in avanti. La musica, suonata dal vivo, aumenta ancora di più l'effetto di composizione creativa autogenerante: le tabla e il suono morbido del kora seguono il movimento, a volte lo anticipano, altre lo creano in una fusione di elementi perfettamente integrati.
 

 
 
foto di scena
foto di Annalisa Calosi

Pulsion
Coreografia di Gabriella Secchi
Danzano: Maria Banchi, Martina Belloni
Daniela Ranzetti
Musica elettronica Live del gruppo Mooval (Andrea Cilento/Daniel Bellissimo)

Anche in Pulsion si nota la stessa poetica, la stessa ricerca che nasce dall'interno e che si traduce necessariamente in una gestualità ripetuta, forte, toccante e estremamente potente.

Nata da un primo studio sugli impulsi la coreografia si è sviluppata a partire dall'osservazione della gestualità involontaria, con un particolare accento sulla micro ripetizione convulsiva. Ecco che le danzatrici si trovano a ripetere ossessivamente impercettibili impulsi elettrici che, amplificati dalle elaborazioni musicali elettroniche live, producono contorsioni e microscomposizioni. Ma è sempre il centro del corpo e il suo legame con la terra il fulcro della poetica della coreografa. "Essere forti e toccanti nello stesso tempo", è questo infatti ciò che richiede alle sue danzatrici. L'abilità di avere un corpo potente ed esplosivo ma commovente, drammatico e impulsivo.


Il lavoro di Gabriella Secchi non nasce da un'idea o da una tematica ma da una necessità interiore che varia continuamente e che trova espressione nel movimento. E' una creazione in fieri, senza uno scopo preciso a cui tendere o un finale e una conclusione prevedibile.

 
 
foto di scena
foto di Annalisa Calosi

Giochi d'acqua                                                                                      
Ideazione: Anna Balducci
Interprete: Françoise Parlanti
Elaborazione Video e Audio: Rossano Monti
Collaborazione Audio: Spartaco Cortesi
Tema Musicale: Luigi Boccherini

Un mondo acquatico è quello proposto da Anna Balducci in Giochi d'acqua. Una luce delicata e sottile bagna il corpo della danzatrice, Françoise Parlanti, che si muove, in modo estremamente morbido e denso, come nell'acqua, in cui riesce a lasciare tracce visibili che si ricreano sullo sfondo, in un 'elaborazione grafica dei movimenti. Così brevi istanti di espressione corporea tracciano un percorso d'acqua, come zampilli delle fontane sincronizzate con la musica, lasciando lo spettatore a osservare la memoria del movimento.
 
Indagando sulla modalità di traduzione dell'elemento acqua in movimento, Anna Balducci ha guidato la danzatrice attraverso improvvisazioni acquatiche, scegliendo poi gli elementi espressivi più funzionali prima per la parte essenzialmente coreografica, poi per quella puramente visiva. Rossano Monti infatti dà vita quasi a una seconda coreografia, in cui il movimento viene rielaborato e ricomposto in sequenze nuove. La meraviglia dell'osservatore non si limita quindi alle sensazioni che nascono dall'osservazione del corpo che su muove ma nasce anche dal suo ricordo, dalle nuove possibilità compositive che questo crea. Anche quando è dissolto.

"Non tutte le mie coreografie partono da un'idea così chiara fin dall'inizio. A volte è più un approccio istintivo, ma credo che partire da un'idea sia più interessante perché l'istinto può trovare spazio anche dentro un'idea, il contrario è più difficile."

 
 

Mariagiulia Da Riva - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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