Nella piccola frazione del comune di Carmignano, Seano, oltre alle bellissime colline verdi ricche di vigneti, trova posto lo studio di un artista, nato e cresciuto in quelle zone e che, da un passato come pasticcere ha deciso di fare dell'arte il suo motivo di vita.
Gianni Bellini mi ha accolta in quel suo luogo di ispirazione con grande umiltà, mostrandomi i suoi recenti lavori e raccontandomi come si è evoluta la sua vita da una decina d'anni a questa parte.
Un percorso non facile, in primo luogo perché inizialmente non appoggiato dai suoi genitori, che come ogni familiare vede per il proprio figlio un futuro sicuro basato sul buon guadagno. Ma Gianni, nonostante tutto, sentì che arrivato ad un certo punto della sua vita, non era più soddisfatto di ciò che produceva e capì che era giusto che la passione che portava avanti parallelamente a quel lavoro, dovesse ritagliarsi il giusto spazio.
Dalla fine degli anni '70 fino agli anni '90 Gianni Bellini ha partecipato a concorsi a Firenze e dintorni, con la vittoria del premio Mondadori proprio nel 1990. Nel 2000, durante una mostra personale a Campi Bisenzio presso Villa Montalvo, il gallerista Paoli notò le sue opere, ne rimase colpito e gli propose una collaborazione con la sua galleria pratese. Un rapporto durato vari anni in cui Bellini ha potuto mostrare le proprie opere anche fuori dal contesto toscano, quindi a Bologna e nel sud Italia.
Attualmente, da circa un anno, l'artista ha iniziato una stretta collaborazione con la galleria veneta Orler, famosa a livello nazionale per la vendita, oltre che di opere pittoriche anche di tappeti, gioielli e suppellettili di valore.
Ciò che caratterizza l'arte di Gianni Bellini è l'idea di Bellezza che permea interamente ogni sua opera. La presenza quasi costante della figura femminile racchiude questo tema; Gianni Bellini ci tiene a sottolineare che la bellezza che vuole esprimere non è solamente fisica, corporea, bensì è un sentimento che va oltre l'istinto e si lega a stati d'animo e ad una profonda interiorità. La bellezza da sola è mera apparenza, non ha consistenza se disgiunta dal cuore.
Le perfette figure Belliniane trasmettono una carica aggressiva, al di là di qualsiasi forma di malinconia; al contrario di essa, la volontà di sprigionare una forza interna fa si che predominino componenti di colore rosso e spesso gesti anche estremi come quello di strappare fiori. Rosso come segno identificativo di bellezza, come sangue che dà vita al bianco e nero. Non è sempre stata la figura umana la protagonista dei quadri di Gianni Bellini così come il fatto che la sua tecnica pittorica si è trasformata nel tempo. Ma le prime sperimentazioni di paesaggi attraverso la pittura ad olio lo costringevano a rimanere ancorato ad una rappresentatività statica che lo limitava rispetto al poter esplorare qualcosa di più profondo.
Gianni Bellini ritiene che il disegno sia la struttura portante dell'opera e questa consistenza nel tratto la si osserva bene nelle sue figure umane; non solo donne ma attualmente la sua produzione vede un discreto numero di schizzi e disegni in tecnica mista su carta cotone di nudi maschili ("
abbattere i confini nazionali.
Irene Mesolella - ERBA magazine
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