Mimesi

Museo di storia innaturale

 
allestimento mostra
foto di Ilenia Vecchio

 Il 16 febbraio 2013 alla Galleria "DIE MAUER arte contemporanea" (con sede a Prato in via Pomeria), è stata inaugurata la mostra dello scultore Andrea Marini, dal titolo "Mimesi. Museo di storia innaturale".

Visibile fino ad aprile è davvero suggestiva e interessante. Nello spazio bianco e informale della tipica galleria "white cube" (dove però si respira un'aria davvero creativa e culturale) ci troviamo di fronte ad opere realmente inconsuete se riferite ad una galleria d'arte.

Nella grande sala centrale troviamo il più delle opere dell'artista, realizzate con materiali semplici ed artificiali trattati in modo terribilmente naturale. Sembra infatti di essere catapultati in una sala di un museo di storia naturale con i suoi fossili, piante ecc. (di qui il titolo della mostra).

Sospesa al soffitto l'opera "Erranti" sorta di dirigibili/fossili naturali, in realtà non sono altro che piccoli dischi accostati in fila e attaccati con dei fili al soffitto della galleria, costruiti con plexiglas, alluminio e ferro; l'impressione che se ne riceve però è di forme/metamorfosi naturali fluttuanti nell'aria (in effetti subiscono il passaggio del vento).

La maggior parte delle opere in realtà sono caratterizzate da questa osmosi con l'ambiente circostante e dalla sensibilità, al passare dell'aria, col loro fluttuare e vibrare.
 

 


Nello stesso ambiente ma questa volta a terra, poggiano sorta di racemi/rami d'albero sradicati che sembrano realmente composti di legno ma in realtà (come tutte le metamorfosi che si rispettano) sono di ben altro materiale: ferro saldato.

Alla parete dei quadri dove scotch di alluminio e plexiglas formano dei pannelli con forme iridescenti e al cui centro emerge un volto umano che ricorda una maschera primigenia; uno "Pseudoritratto" (semplice ovale con attenzione verso il centro dell'uomo: gli occhi e le labbra; in fondo i luoghi dove è maggiormente visibile l'animo umano e attraverso cui ci si esprime e caratterizza).

Già da questi pochi aspetti si evince chiaramente come un altro aspetto interessante sia che ad essere avvolto e coinvolto è tutto il piccolo spazio della galleria, dai soffitti, ai muri, ai pavimenti, a tal punto che l'ambiente stesso risulta essere più vasto.

Nella seconda stanza poi (usata come ufficio/salotto) altre due opere dal titolo: "Ibridoteche" e "Informi".
Per rispettare la modalità in cui le opere sono tipicamente esposte nei musei di scienze naturali, le "Ibridoteche" rappresentano delle piantine all'interno di piccole teche una accanto all'altra, accostate alla parete (sorta di piante grasse entro vasi dalle forme e colori vari); sul lato opposto "Informi" sculture ibride e polimorfe specie di escrescenze lunari o simil oggetti planetari, di cui l'ultima dondola al solo tocco leggero di un dito. Entrambe sono realizzate con polistirolo, vetroresina e scotch di alluminio (suggestivo notare i piccoli pezzetti di scotch accostati l'uno all'altro a dare vita a una forma).

Forme ibride, metamorfosi, materiali artificiali celati e modellati con una maestria tale da arrivare a formare oggetti mimetizzanti la natura e a trasformare l'ambiente circostante, penetrando però in esso, con l'invito a toccarli come la brezza del vento che li avvolge e sommuove.

Nocciolo la MIMESI, ovvero la rappresentazione, l'imitazione (caratteristica propria dell'arte, centrale specie in quella figurata); aspetto che da sempre però ha sotteso un significato e contenuto simbolico/spirituale che pervade anche da queste opere, invadendo tutto lo spazio attorno e l'animo di chi sta ad osservarle.
 Nell'intento, nell'utilizzo di materiali semplici, nel rapporto con l'ambiente circostante (letteralmente avvolto) e nel gioco con lo spettatore, invitato a relazionarsi con le opere, a interrogarsi e stupirsi, c'è qualcosa che ricorda l'arte minimal, l'arte povera, Pino Pascali, Gilberto Zorio (con cui tra l'altro Andrea Marini ha lavorato) ben inserendo quindi questo grande e geniale artista toscano (è nato e vive a Firenze con uno studio a Calenzano) nei nuovi sviluppi della corrente post-minimalista.

 
 

 

Ilenia Vecchio - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

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