Esercizi di Stile

Ovverossia: l'importante non è la storia ma come la si racconta

 
locandina dello spettacolo

Libera riduzione da Esercizi di stile di R. Queneau, traduzione di U. Eco

2-3 Marzo 2013
Corale Guido Monaco,  Prato
 
Teatro delle Azioni
Attori: Anna Bettazzi, Antonella Banchelli, Carlo De Simone, Christian Lenzi, Donatella Vigiani, Isabella Decarlo, Massimo Pierattini, Paolo Benassai, Rossella Ambrosini, Valentina Risaliti, Vanessa Fioravanti
Regia di Enrico Riviera
 
Sulla S, in un'ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: "Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito". Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché. (R. Queneau)
 
Il famosissimo testo Esercizi di Stile di R. Queneau è stato portato in scena dal Teatro delle Azioni, diretto da Enrico Rivera, il 2 e il 3 marzo 2013 presso la storica Corale Guido Monaco di Prato.
Un testo estremamente complesso da trasporre per il palcoscenico, vista la libertà dovuta all'assenza di una struttura drammaturgica che permette infinite possibilità di messa in scena.

La scelta del regista è stata quella di restare fedele alla linearità dell'opera, presentando una sequenza ridotta di micro monologhi quali sono i vari esercizi, in una carrellata di brevi quadri che scorrono uno dopo l'altro e che si leggono così come si leggono le pagine del libro.
 

 

Un telo di garza divide il palco dallo spettatore e permette la proiezione di immagini e titoli dei vari brani. Gli attori, in tuta bianca da imbianchino ma con alcuni elementi che caratterizzano i vari personaggi, si alternano sul palco e solo in qualche occasione sono presenti insieme sulla scena.
Ogni quadro viene accompagnato da un'introduzione musicale non casuale. Il regista infatti, un po' come Queneau stesso (l'autore aveva dichiarato di essere stato ispirato alla creazione della sua opera da l'Arte della Fuga di Bach e di aver voluto creare qualcosa di simile dal punto di vista letterario) ha usato come punto di partenza un'altra opera di Bach, le Variazioni Goldberg .
 
Dice il regista: mi è stato indispensabile il casuale ascolto delle "Variazioni Goldberg" di Bach per far concretizzare l'idea di questo spettacolo, l'approccio infatti avviene per analogia con la composizione musicale; dall'armonia di un "Aria" iniziale, Bach ne ha tratto ben 30 variazioni più una ripresa finale, per un totale di 32 brani realizzati in modo sorprendentemente diverso l'uno dall'altro ed allo stesso tempo assolutamente simili tra loro.

 

La scelta degli "esercizi" da eseguire è stata lasciata agli attori, liberi quindi di poter immaginare e costruire il personaggio secondo le proprie idee e seguendo le immagini scaturite dalla lettura del testo, liberi anche di apportare alcune modifiche, non al testo, funzionali alla riuscita del personaggio.
Nonostante si avverta forse la necessità di un elemento di dinamicità che rompa l'andamento lineare del testo, il risultato è uno spettacolo piacevole e divertente con alcuni momenti particolarmente interessanti come la resa scenica dei monologhi Dunque, cioè, Retrogrado, e Sinchisi grazie alla bravura degli interpreti e all'efficace costruzione dei personaggi.

 

 

Mariagiulia Da Riva - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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