Ho incontrato Cuore di Cane qualche tempo fa: mi sono innamorata subito dei suoi lavori: magici, visionari, eleganti. Complimenti e aggettivi possono rotolare uno dopo l'altro, ma quello da dire e far capire (e che più importa), è che sono opere da vivere. Nelle sue installazioni si entra completamente in un'altra atmosfera, in un mondo di sogno. Bellissimo sogno. L'arte che si fa emozione ed esperienza. Nelle sue installazioni non c'è solamente un quadro appeso (tristemente) a un muro, non ci sono scenografie ad effetto. Nessun minimalismo concettuale. Il fruitore attraversa semplicemente lo specchio di Alice, passeggia accanto a Cappuccetto Rosso, dove il lupo cattivo non esiste (e se c'è è solo chiuso dentro di noi) perché è un essere da proteggere, come tutte le anime viventi della Terra. Talvolta capita di perdersi in questo labirinto d'ombra e luce, ma è anche questo il divertimento: giocare e respirare in un universo parallelo, accompagnati da scie di campanelli, sonagli o musiche lontane, in un bosco dove natura e cultura si fondono insieme.
Cuore di Cane: un nome insolito, cosa racchiude per te?
Il nome Cuore di Cane nasce con l'incontro tra me e la mia piccola amica scodinzolante Runa. Sono rimasta colpita sin dall'inizio dalla sua spontaneità, dal suo affetto per tutto e tutti, con quella coda sempre in movimento! Il nome è arrivato di conseguenza. In seguito mi sono letta il bellissimo libro omonimo di Bulgakov.
E' la storia, un po' grottesca, che narra della trasformazione chirurgica di un cane in un uomo, sradicandolo così dalla propria natura. Una critica agli eccessi della scienza e dell'uomo, quando si spinge oltre i confini del naturale.
Com'è incominciato il tuo percorso artistico? E cos'è per Cuore di Cane la parola arte?
Non ricordo come e quando ho iniziato ad interessarmi al mondo dell'arte. Se ci penso mi sembra di aver sempre disegnato e sempre osservato e ammirato tutto quello che mi circonda. L'arte è per me una parola 'contenitore': può racchiudere molto e di più, basta che il tutto sia estremamente spontaneo e privo di vincoli.
Nelle tue opere si vede un mondo fortemente legato alla natura, alla magia che essa racchiude: come mai ti senti affascinata/legata a questo?
I miei lavori sono in continuo mutamento, per questo mi è difficile trovare un reale filo conduttore che li descriva. Un giorno disegno alberi, il giorno dopo macchie, cuori. Nonostante questo mio continuo movimento, qualcosa li unisce sempre tra loro. Sono molto affascinata dalla natura nella sua totalità, dalle piante agli organi umani. Tutto mi sembra un universo, anche un cuore che batte e questa ammirazione si riflette in tutte le mie opere. Non c'è una filosofia, solo un modo di vedere e di sentire. In natura non esistono distinzioni, nessuna barriera di confine, nessun giudizio. Trovo che tutto sia Macro e Micro Cosmo, tutto è una cosa sola: nel piccolo c'è il grande e nel grande c'è il piccolo. Solo la natura è capace di confermare questa mia sensazione e questo modo di 'essere' credo sia estremamente ispirante.
Nel tuo immaginario visivo sembra di intravedere ispirazioni tratte dal mondo del fumetto, in particolare mi rivolgo ai manga giapponesi.
Non sono mai stata un' appassionata di manga anche se l'arte giapponese mi affascina. La loro raffinatezza mi stupisce ogni volta, che sia un' animazione di Miyazaki con tutti i suoi demoni e i suoi bambini coraggiosi, oppure un'incisione di Hokusai così delicata ma allo stesso tempo forte. La filosofia orientale mi ispira molto e spesso mi aiuta.
In che modo?
Riesce a spiegarmi, con molta semplicità, come affrontare tutti quei problemi che spesso incontro. E' una filosofia che si basa sulla semplicità ed è fatta di tante immagini, per questo la sento molto vicina.
Tu fai anche parte del gruppo musicale i 'Werner': come siete nati?
I 'Werner' sono nati circa due anni fa durante una rassegna di documentari girati da Werner Herzog. Il nome deriva proprio dal regista che ci ha, non solo legati, ma anche ispirati con le sue immagini, le sue parole e soprattutto per la sua forza di volontà. Siamo un terzetto, che mi piace definire con il termine 'rock da camera', musicalmente e umanamente molto affiatato, una sorta di piccola famiglia composta da Stefano Venturini, voce e chitarra; Elettra Capecchi, pianoforte; ed infine Alessia Castellano al violoncello (alias Cuore di Cane ndr). Dopo l'uscita del nostro primo disco 'Oil Tries To Be Water' prodotto per la White Birch Records, abbiamo lavorato ad un ep di cover intitolato QQ, in entrambi ho curato tutta la parte grafica. L'ep è appena uscito in edizione limitata e scaricabile dalla nostra pagina bandcamp. Attualmente con le date siamo fermi ma stiamo lavorando al nostro secondo disco.
Essere anche una musicista influisce nella tua arte? Oppure son mondi che preferisci tenere separati?
La musica è una parte fondamentale! E' tra le mie principali fonti di ispirazione. Inizialmente si, ho voluto tenere questi due mondi separati ma, con il passare del tempo, ho capito che entrambi aspetti si attraevano a vicenda. Ho deciso di farli collaborare ed è divertentissimo.
Come li coniughi assieme?
Ho iniziato a lavorare come grafica per alcuni gruppi italiani (BlueWilla, KaMateKaOra, FatherMurphy...) ed esteri (Clorinde e Le Réveil des Tropiques). Questo lavoro è diventato per me estremamente appagante perché, oltre che disegnatrice e musicista, sono una folle ascoltatrice di musica.
Che rapporto hai con i tuoi lavori? C'è un'opera a cui ti senti molto legata?
Cerco sempre di non legarmi troppo ai lavori, anche se il più delle volte li vedo come se fossero dei figli. Mi sto impegnando a lasciarli andare, prendendo queste perdite come un buon modo per andare avanti e sperimentare qualcosa di nuovo. Nonostante tutto ci sono delle opere da cui non riesco a staccarmi; in particolar modo da quelle molto vecchie o troppo personali. C'è un quadro che feci quando avevo 16 anni. Una tavola enorme dove vi sono rappresentati due soggetti solo nei contorni. Dalle loro teste nascono due alberi nodosi con un ramo in comune, come se fossero la stessa pianta. E' uno dei pochi quadri di grandi dimensioni che ho realizzato. Fu una sfida per me, soprattutto perché è tutto fatto a penna bic!
Ci sono artisti (poeti, pittori, musicisti ecc) che ti influenzano, a cui ti ispiri o che desideri raccomandare ai lettori?
Potrei scrivere un elenco interminabile su tutti i diversi artisti che mi influenzano ma, cercherò di ridurre il tutto a pochi nomi. Nel campo dell'arte sicuramente Egon Schiele, Toulouse Lautrec, Klimt, Watherhouse e Segantini. Per l'illustrazione e il fumetto direi: Shaun Tan, Rebecca Dautremer, Suzy Lee, Ericailcane, Gipi e Thomas Ott. Per l'ascolto: molta musica classica e Nick Drake. Da leggere: le storie zen.
Come senti e vivi la situazione di Prato?
Prato, come tante altre, è una città che non fa più sognare. La creatività è opposta alla produttività e come tale guardata con sospetto. Ma sono un artista dentro, me ne disinteresso e con fatica fisica mi ritaglio uno spazio insieme ad altri. La creatività ci affrancherà dalla povertà. Creare e mettersi a disposizione gratuitamente a chi condivide l'idea di Zappa!: un collettivo di persone creative e costruttive che non hanno più voglia di lamentarsi e accettare l'inammissibile stato delle cose. Zappa! è un progetto di spazio-laboratorio creativo in costruzione appena fuori dalle mura di Prato che crede che la rinascita, anche economica, parta anche da qui. Coworking? Può essere. Comunque sia qualcosa di diverso dalla morte.
Cos'è importante per te, nell'arte come nella vita?
Stare bene come me stessa e con chi mi sta intorno. Vivere alla giornata e lasciarsi sempre andare, senza mai interrompere i flussi di emozioni e di idee.
Per maggiori informazioni: www.cuorecane.blogspot.it